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Parte Prima — Alta Italia
per dar moto ai mulini di San Marzano. I torrenti a sinistra del Tanaro sono il Borbore, il Triversa ed il Versa; a destra il Tiglione ed il Belbo.
Sulle vette dei molti colli disseminati nel circondario sono situati generalmente i villaggi, ove sovente veggonsi ancora, in mezzo agli abituri, le mura merlate di antichi castelli che offrono allo sguardo punti di vista svariati.
Le valli del circondario addimandansi : del Tinella, del Nizza, del Tiglione, del Belbo, del Tanaro, del Versa, del Rilate, di Andona, del Triversa, di Monale, di Geria e vai Maggiore. Il punto più elevato è la Cisterna a 413 metri sopra il livello del mare.
Allignano nell'Astigiano tutte le varietà delle piante fruttifere del Piemonte, e vuoisi che in tempi remoti vi si coltivasse anche l'ulivo. Presentemente i vigneti sono la fonte precipua delia ricchezza del circondario. In generale i vini che vi si fanno sono riputali i migliori del Piemonte e dei più squisiti del regno; ed anzi quelli di alcuni villaggi, fra cui Portacomaro, riescono così fragranti e prelibati che, invecchiando, scoslansi di poco dalla bontà dei vini spagnuoli più ricercati.
I vini d'Asti bianchi e rossi comuni vanno fra i migliori della loro specie. Rinomatissimo è il nebiolo di un rosso chiaro, morbido, piacevolmente piccante, col sapor di lampone, spumante come lo sciampagna, ma non così serbevole. Dall'uva passerella., che raccogliesi sui poggi di Canelli, si spreme un vino dolce moscato di un giallo chiaro per dessert. Di lutti questi vini si fa naturalmente una grande esportazione nelle vicine parti d'Italia e anche all'estero.
Sebbene le colline dell'Astigiano sicno tulle vignate o coperte di boschi, tuttavia i declivi prossimi ai villaggi e non poche vallette somministrano erba sufficiente all'alimentazione di molte mandre; e, trattone certe valli acquitrinose, ove non possono vegetare che piante palustri, eslesi terreni, paludosi per lo innanzi ed infruttiferi, mercè la solerzia e le fatiche dei collivatori, divennero ornai feconde praterie. All'allevamento del grosso bestiame giovano eziandio i pascoli comuni, le foglie degli olmi e delle quercie e l'introdotta seminagione del trifoglio. Altra sorgente di ricchezza per l'Astigiano è la gran copia d'ortaggi che esportarsi nei circondari finitimi e anche più lungi.
Ragguardevole è il prodotto dei gelsi, e la quantità dei bozzoli che raccolgonsi ogni anno porge alimento non solo a molte filande locali, ma anche ad un cospicuo commercio. Raccogliesi eziandio molta canapa; fabbricansi olii di noce, di lino e di ricino, e più che altrove son qui comuni e squisiti i tartufi bianchi.
Vi esistono parecchie cave di gesso e di pietra da calce; nel territorio di Canale fu scoperto, verso la metà del secolo scorso, il solfato di magnesia, e nel 1784 l'abate Burzio trovò letti di lignite nei territori di Tonengo e Robella.
Nel territorio di Castagnole delle Lanze, o Lance, scaturiscono acque saline; sono però tenute in maggior conto le sulfureo-saline di Montafìa, commendate dai medici per la guarigione delle erpeti e delle impetigini. Ma le più rinomate sono le acque di Castelnuovo che nascono nella valle di Bardella verso Moncucco. Di queste acque sulfuree, saline, iodurate, leggerissime allo stomaco degli infermi e dei convalescenti, diremo due parole parlando di Castelnuovo.
L'Astigiano è ricco di avanzi fossili, come testimoniano i molti ed importanti che vi furono dissotterrati. In una vigna di Camerano, per mo' d'esempio, fu scoperto
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