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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Alessandria
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   fra Alessandrini e Genovesi. Nelle guerre dei moderni tempi il castello di Pareto fu occupato dagli Spagnuoli.
   Coli, elett. Alessandria IV (Acqui) — Dioc. Acqui — P* T. a Spigno Monferrato.
   Serole (599 ab.). — Sta nella valle del Rigosio, affluente dell'Uzzone, alla sinistra del Bormida, di Spigno Monferrato, con parrocchiale di San Lorenzo e ruderi di un castello diroccato che parlano della grandiosità che doveva avere. Era compreso nel marchesato di Spigno, e, prima del 1801, andava esente dai regi tributi.
   Coli, elett. Alessandria IV (Acqui) — Dioc. Acqui — P8 T. a Spigno Monferrato.
   APPENDICE
   Le sorgenti termo-minerali d'Acqui appartengono alla classe delle solforose-clorurate. Le principali sono quattro, e sono denominate la Bollente, che ha la temperatura di 75°; la calda da bagno, 50°; la tiepida, 35°; la fredda, 20°.
   I principali elementi mineralizzatori contenuti nelle medesime sono: il cloruro di sodio, di magnesio, di calcio, traccie di ferro, di iodio, gli acidi carbonici e solfidrico, non che solfuro di calcio.
   Nell'acqua da bagno analizzata nel 1871, il prof. Bounsen in 10,000 parti vi trovò p. 17.591 di cloruro di sodio (gr. 1.759 per litro), p. 0.0749 di cloruro di magnesio, treccie di litio, non che solfati di calce, di potassa, di stronziana e borato di magnesia.
   Nell'analisi solfidrometrica col metodo di Dupasquier delle suaccennate quattro sorgenti fatta dal prof. Sobrero in unione al prof. Schivardi, risultò che la quantità di gaz acido solfidrico è per litro di cc. 19.5847 per la fredda, cc. 2.4480 per la tiepida, cc. 1.3988 per la calda, cc. 2.0982 per la bollente.
   La cura termale in Acqui si pratica colla bevanda delle acque minerali, coi bagni d'immersione a varia temperatura ed a vario grado di solforazione; colle doccie leggiere e forti, calde o fredde, o miste; e colle applicazioni generali o parziali del fango.
   L'applicazione del fango si fa in questo modo:
   L'ammalato viene disteso sopra un sacco di paglia posto entro un'apposita vasca di marmo, la testa sostenuta per un rialzo di questa, e ciò in un gabinetto apposito, dove oltre la vasca or nominata, ve ne ha altra per bagno ; su quel giaciglio viene disteso uno spesso strato di fango caldo sul quale bisogna adagiarsi : allora il fan-garolo distende rapidamente e con molta maestria sul corpo del paziente un denso strato di fango dello spessore di 5 a 6 centimetri. Si rimane con esso per 30 a 40 minuti, durante i quali un copioso sudore prorompe da tutti i pori della cute; sudore che si asciuga con un pannolino caldo, e che si può aumentare ancora di più col bere acqua solforosa tiepida. Poi il fangarolo leva dalla pelle il suo nero intonaco, e fa entrare l'ammalato nel bagno caldo, che l'attende nella vasca li presso, e nel quale si lava e si deterge completamente.
   Questa è l'operazione del fango intero, cioè a tutto il corpo, o semi-intero, ossia a mezza vita. Ma vi sono anche i fanghi locali, cioè alla località malata. In questo
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