Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (356/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (356/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   l'ai le Quinta Italia Insulari;
   Canni storici. — Fattum I/risi fu una terra ini portatile nei secoli XII) e XIV ni sul finir del governo dei Giudici di Gallura, nel regno dei quali era compresa. Quando nel 1324 l'irifanle Alfonso riceveva gli omaggi di molti ^ignori, castellani Comuni, il castellano di ll:ri.si e di Galfelli non volle riconoscer con altri l'autorita del governo, che istituì vasi per concessione del papa al re di Aragona e in odio della repubblica di Pisa. Di ciò sdegnalo l'infante inviò la sua squadra cogli ammiragli Francesco Garroz, Raimondo Peralta e Bernardino Gabrcra sulle coste orientali della Sardegna per sotlomeller gli abitatili di Urisa. di Terranova e dell'Oglia.stra ; ina essi furono respinti dal castello di Terranova da Bernardino Lancia.
   li castello d Urise. fu poi posseduto, con quello di Terranova, da Giovanni di Arborea, fratello di Mariano, giudice e re, e quando Giovanni fu imprigionato da questi, Pietro d'Aragona ninni con sue truppe e fortificò i due castelli (1352). Pero mal tollerando gli abitanti la tirannìa aragonese, mandarono nel 1353 ambasciatori a Giovanni Visconti, duca di Milano, marito a Beatrice di Gallura, per porsi sotto la sua prolezione, la quale fu loro accordata. Nel 1355 fu in potere di Mariano di Arborea, che lo cedette poi al re nella pace stipulata con questi. Nel 1438 fu dato in feudo al marchese del Vasto.
   Orosei fu di continuo esposto agli assalti dei Barbareschi, i quali veritiero sempre respinti con gravi perdite dagli animosi abitanti, finche nel giugno del 1800 tentarono un ultimo assalto, ma furono sbaragliali con la perdita di ottanta uomini. Per questa vittoria gli abitanti di Orosei si ebbero pubblica lode dal re. Si eleva ancora una torre a difesa del paese costruita nel 1581.
   Orosei ebbe un antico porto e in riva a questo una popolazione, detta Sifitione, die nel 1338, secondo il Fara, esisteva ancora. Le continue alluvioni del Cedrino hanno forse rovinato quel porto e il paese mano mano andò scomparendo. Lo stagno parallelo al mare, che è formato dal fiume, prima di scaricarvi^ per tre bocche, rende quel luogo malsano, e la sabbia ed il terriccio, trasportati nel suo corso dalle acque fluviali, hanno formalo degli isolotti, denominati Soppoda, Isula e Sa Jaecarzn o Maurotto. Quivi era l'antica Fammi Carisii e nella chiesa di Santa Maria di Mare d punto più importante del porto.
   Uomini illustri. — Vi nacque il pittore Mugiano, di cui più sopra si è detto.
   Coli, elett. Nuoro — Dioc. Nuoro — P2 T. e Scalo marittimo.
   Mandamento di F0NN1 (comprende 5 Comuni, popol. 8466 ab.). — Territorio montuoso in gran parte, col monte Spada, alto 1626 metri dal livello del mare, sì che si può considerare come la seconda eminenza della Sardegna, Da esso diramasi una catena di montagne verso est. Adiacente al monte Spada è il monte Posada, che sorge a sud ed è separato da quello da un vallone. Tre fiumi formati da molti rivi. Pascoli, bestiame, formaggi, ecc.
   Fonili (3270 ab.). — 11 paese più elevato e più freddo della Sardegna, Capoluogo della Barbargia-Ollolai, sorge a 998 metri dal livello del mare, sul pendìo settentrionale del suddetto monte Spada; la temperatura nel verno scende spesso sotto zero e la neve alta non di rado più metri persiste per molti mesi: d ordinario l'inverno vi si prolunga per ben sette mesi dall'ottobre all'aprile. Stazione meteorologica.
   Si compone di circa 800 case, fra le quali corrono irregolari le strade, e le signorili sono grandi, ben divise e ben costruite; anche quelle delle persone agiate hanno quattro appartamenti, due dei quali per riporvi le provviste nel verno e per gli arnesi agrarii e pastorali. Frequenti i balconi di castagno ed i tetti invece di tegole sono coperti, per reggere al pondo delle nevi, di scàndìde o tavole rozze e poderose simili a quelle che, al dire di Cornelio Nepote (Ap. Plin., lib. xvi, c. 8), coprirono per 470 anni le case di Roma.