33(5 l'arte Quinta — Italia Insulare
Il terreno della valle, di grande fertilità, produce, grano, orzo, lino, frutta, aranci, ecc. I vini sono cosi generosi, che appareggiansi ai migliori dei vigneti marittimi delle regioni più celebrate. Gli abitanti vendono cereali, formaggi, capi vivi, pelli e lane ai negozianti di Orosei e non pertanto, nel 18'J3, la maggior parte dei possedimenti furono sequestrali dall'agente delle tasse.
Cenni storici. — Galtelli Fece parte anticamente della Gallura e dopo l'abolizione di questo Giudicato fu infeudato col titolo di baronia, che serbò sino all'abolizione del feudalismo. Nel secolo XII, tra il 1132 e il 1138, la diocesi di Galtelli divenne suffragarla dell'arcivescovo di Pisa ed infatti, nel 12GB, un suo vescovo col giudice di Gallura andò incontro all'arcivescovo di Pisa, Federico Visconti, sbarcato a Santa Lucia, presso Siniscola. Nel secolo XIV la diocesi dipendeva direttamente dalla Santa Sede e nel 14% fu unita a quella di Cagliari. Nel 17'J'J fu ristabilita, ma la residenza del vescovo fu messa a Nuoro. Egli ha perciò il titolo di vescovo di Nuoro-Galtelli.
Il castello s'erge sul versante nord della gran montagna isolata detta Tuttuvistu, per il vasto panorama che si distende ai suoi piedi. Questo castello, fondato assieme a quello di Urise (Orosei) verso i primi del secolo XI, resistette nel 132i al re Alfonso d'Aragona, il quale con una flotta trovavasi in quelle acque e che varie volte tentò d'inipadrorrirsene. Nel 1333 cadde in potere degli Aragonesi e resistette ai numerosi attacchi datigli dai Galluresi e dai Genovesi, condotti e partigiani dei Doria. Fortificato con alcuni altri nel 1355 per ordine del re Don Pietro, a questi fu ritolto dalle armi arhorerrsi. Nel 1388 fu compreso nell'acquisto fatto dal re di molte terre e castella da Eleonora. Brarrcaleone Doria pero, nel 1390, rotta la pace con Aragona, lo riprese, ina nel 1431 il re lo riebbe e lo dono in feudo a Ferdinando di Alrnanza e rrel 1438 al marchese del Vasto, Enrico di Guevara, assieme al castello di Orosei.
Uomini illustri. — Leonardo Carta, autore della Vita dello Scolo, che lo fece annoverare fra gli uomini più illustri dell'Ordine dei MM. Osservanti, a cui appartenne.
Coli, elett. Nuoro — Dioc. Nuoro — P'- T. a Dorgali.
Iryoli (817 ab.). — Giace a 100 metri circa di altezza, con Locuu e Onifai nella gran valle del Cedrino, a sinistra di codesto fiume e alla destra del picciol rivo Santamaria, in territorio montagnoso e selvoso. Dalle montagne più alte scorgesi il Tirreno e il suo litorale. Oltre la parrocchiale di San Nicolò vescovo, contansi nel paese quattro altre chiese minori e parecchie altre fuori paese, di cui alcune diroccate. Non pochi Nuraghi, la più parte distrutti, e, a un quarto d'ora dal paese, vestigia di un'antica popolazione, fondamenta, rottami, ecc., che voglionsì di una distrutta città detta Doria.
Grano, orzo, legumi, canape, litro, ortaglie, alberi da frutta e molto vino, di cui si fa commercio; molti ed ottimi pascoli con bestiame; formaggio di molta bontà ed uno dei maggiori prodotti commerciali.
Coli elett. IVuoro — Dioc. Nuoro — P T, a Dorgali.
Loculi (232 ab.). — A 100 metri crrca d'altezza, presso un ruscello, poco lungi dalla sponda sinistra del fiume Cedrino. Le case sono disposte sopra un poggio appiè del monte, che piglia nome dal paese. Il territorio è montuoso in generale e contiguo a nord al gran bosco ghiandifero, detto di San Lussoria da una chiesa distrutta. In questa regione è una grande spelonca notabile per le svariatissime concrezioni stalattitiche e stalagmitiche.
Parrocchiale di San Pietro e tre chiese minori. Alla distanza di un quarto d'ora rovine di un'antica terra detta Lopé, il cui vescovo era ed intitoiavasi barone. Sparsi qua e là molti Nuraghi disfatti e in vicinanza del paese molte caverne nella roccia credute sepolture degli antichi coloni. Grano, orzo, legumi, ortaglie, vino, bestiame.
Coli, elett. Nuoro — Dioc. Nuoro — P3 T. a Dorgali.