Mandamenti e Comuni del Circondario di Alghero
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come dicono i Sardi, vicinati, ossia frazioni di Comuni. Grano, orzo, fave, legumi, lino, ulivi, alberi da frutta, vino, bestiame e pollame.
Nel territorio contatisi quattordici Nuraghi distrutti in gran parte, ed uno chiamato Monte Major e attualmente in piedi. Rovine di un antico castello e di uri acquedotto nella regione Nurighe,
Coli, elett. Alghero — Dioc. Sassari — P3 T. a Tiesi.
Siligo (1169 ab.). — Sorge a 407 metri d'altezza, nella valle del Pelao, sulla falda del monte Sant'Antonio: questi monti formavano prima un solo altipiano, ma poi furono divisi dalle erosioni, che diedero luogo alla valle, in cui scorre uno de' primi affluenti del fiume Turritano, e dal varco per cui da questa valle si passa in quella di Monte Santo (783 ni.). Questo ergesi a est in forma di cono tronco e formava parte anch'esso della suddetta pianura antica. Abbondanvi le roccie ignee e sopra il Pelao vedesi distintamente il cratere di un vulcano antico. Parrocchiale di Santa Vittoria ed alcune chiese rurali, fra cui una doppia alla sommità di Monte Santo, delle prime dei Benedettini in Sardegna. Essa era dedicata ai santi Enoch ed Elia, è a due navate, una per ogni santo, per cui pare che prima esse fossero separate, come ne fanno pur prova i diversi materiali di costruzione adoperati, ti cenobio venne costruito nel 1604 da Barisone I, giudice di Cagliari e re di Sardegna, e poi giudice di Torres, il quale dietro preghiera ottenne dall'abate di Montecassino un numero di frati per abitarlo. Prima di questa chiesa doppia sorgeva sul Monte Santo un castello, di cui ricono-sconsi le vestigia, costruito probabilmente contro le invasioni dei Saraceni.
Grano, orzo, fave, legumi, lino, meliga, vino abbondante, ortaglie, alberi da frutta, bestiame, formaggio pregiato. Molti Nuraghi distrutti in gran parte.
Nella regione Mezzo mondo o Meilogu (luogo di mezzo), perchè ad ugual disianza dalle due coste est ed ovest dell'isola, trovasi una chiesuola, dedicata a Santa Maria di Mezzo mondo, ma anticamente detta Santa Maria in Bit haliti. Essa è rotonda, con dinanzi un vestibolo, di costruzione romana, con un perimetro di metri 15.70 e una piccola abside posteriormente aggiunta per convertirla in chiesa cristiana. Le rovine dell'antico monastero si dicono dagli indigeni domos de Benedictinos (case dei Benedettini). Quivi presso è una sorgente termale, la cui acqua bollente è insipida, ed è usata dai contadini quale purgante e febbrifugo. Di mattino un leggiero vapore s'alza dalla sorgente, la cui acqua era già incanalata per versarsi nei bacini. Giusta è la opinione dello Spano, che quivi, prima della fondazione del monastero, esistesse un Balnearimn. Presso questa havvi pure altra sorgente d'acqua potabile, che serviva agli abitanti del distrutto paese di ViUanova di Monte Santo, di cui esiste ancora la parrocchia, ora chiesa rurale dedicata a San Vincenzo.
Sul monte Mannu sorgeva il castello di Cepola o Copula, il quale nel 1365 fu venduto dai Doria al re Don Pietro. Nel 1388 era ancora in piedi. Nel Monte Maggiore, trovasi una grotta con stalagmiti e stalattiti, degna d'essere visitata. Il marchesato di Monte Maggiore, composto dei Comuni di Cheremule, Tiesi e Bessude, fu, dal re d'Aragona, dato in feudo ai fratelli Manca di Sassari, dopo la presa del castello di Monteleone, in ricompensa della loro cooperazione.
Alle falde del Monte Santo sorge una casa colonica, impiantata dall'ingegnere Diego Murgia, la quale minaccia di rivaleggiare con quella del cav. Pintus nella regione Sa Crucca. Che simili case agricole sorgano nel vasto e fertile, ina spopolato e incolto agro sardo, ogni cui zolla è una miniera, ed allora il vagheggiato benessere sarà un fatto compiuto e l'isola rialzando fieramente la testa, potrà ancora dire con orgoglio: * Fui il granaio di Roma, oggi lo sono dell'intiera Italia „.
Cenni storici. — Ubaldo de' Visconti, che per le nozze di Adelasia, figliuola di Gomita, giudice del Logudoro, e per la morte dei Parasone, era pervenuto al sovrano