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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Circondario di Alghero 77
   quell'artistico ricamo, ne fanno sprizzare milioni di scintille e il prisma dei colori si svolge in tutta la pompa del suo splendore. A seconda del sito che si occupa la scena si trasforma, si muta, come le vedute dello stereoscopio, e un numero infinito di quadri, che pennello umano non saprebbe riprodurre, si presenta dinanzi allo sguardo estasiato dello spettatore.
   Né qui s'arresta tutto il fascino incantevole, che presenta la Grotta di Nettuno. Una piccola grotta ha delle concrezioni d'un colore azzurrognolo, effetto della rifrazione delle acque del mare; un precipizio spaventevole e in pari tempo maestoso, una specie di tribuni incavata nella roccia, a cui si ascende per una salita in mezzo a stalattiti, conduce ad una vastissima sala, di cui puossi toccare la vòlta con la mano, mentre essa s'innalza a 30 metri dal livello del laghetto. I lumi, che rischiarano, cori riflessi dai mille colori, quelle colonne e quegli arabeschi, che pendono dalla vòlta o s'innalzano dal suolo, e che si specchiano nelle tranquille acque di quel lago, rendono la scena stremamente incantevole e lo spettatore si sente trasportato in un soggiorno di fate, che la fantasia degli autori arabi hanno saputo intessere, o in un ballo di Proserpina, come scrive il Delessert, nel suo libro Six semaines en Sarda igne.
   Il Valéry si mostra dolente di non aver potuto visitare la grotta d'Alghero, a causa del tempo, che non permise una escursione là dentro e racconta che un antico comandante d'una fregata sarda, v'introdusse un cannone per abbattere le colonne naturali, che guarniscono la prima sala, per ornarne una casa di campagna, da lui posseduta a Nizza e che un capitano della marina reale inglese più tardi rinnovò quel vandalismo. Profanazione cui non bastano le parole a stigmatizzare!
   11 Tj'ridali ne fa una minuta ed esatta descrizione e dice che nei suoi molti viaggi mai spettacolo così sorprendente si presentò .alla sua vista. Il Peretti ed altri scrivono che merita la pena d'un viaggio in Sardegna solo la vista della grotta di Nettuno; il cav. Forzarli assicura che la celebre grotta di Fingal in Iscozia. da lui visitata, non è paragonabile a (presta. Il duca dì Buckingham, nel 1824, la fece illuminare a luce di bengala e si vuole che esclamasse fosse essa migliore di quelle celebri di Antiparos e di Mafion.
   Tutl'intorno al laghetto circola una piccola spiaggia formata di piccole conchiglie. Non è raro il caso, in cui i visitatori, che a malincuore abbandonano quel luogo delizioso, sono costretti a passar la notte nella grotta, fintanto che la bassa marea ne permetta l'uscita.
   La seconda, detta Grotta dell' Altare, da un altarino diroccato che vi si vede, trovasi nel Porto Conte e nello stesso monte in cui è la grotta di Nettuno, ed è una vasta caverna dal suolo inclinato e con la vòlta che va incurvandosi rapidamente sino al fondo. Poche stalattiti pendono dalla vòlta in forma di coni, ma dal suolo levasi un gruppo di gigantesche stalagmiti alte persino m. 6.50 e di vario diametro.
   Prodotti agrarii. — I boschi furon devastati in parte dai pastori, e i colti danno grano, orzo, granone, legumi, cicerchie, lino e molte ortaglie. Numerose le piante e gli alberi da frutta, più primaticcie di quelle di Sassari, ove si smerciano, gli agrumi e sopratutto gli ulivi.
   Il circondario di Alghero occupa uno dei primi posti fra le regioni vinifere della Sardegna. Moltissime le varietà delle uve, donde vini di molte specie ed oltre al nero e bianco ordinarli, vantansi come paragonabili ai vini più rinomati dell'Europa