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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Circondario di Alghero
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   cava di bolo armeno di ottima qualità. Nella parte meridionale e nel luogo detto la Speranza, tra Pòglinu e il Cantaro, trovatisi bellissime calcedonie, una delle quali fu offerta nel 1831 al principe di Carignano, poi re Carlo Alberto, quando visitò Alghero. Trovatisi anche diaspri di diverso colore e di non comune volume, corniole, geodi, cristallizzazioni, ecc.
   Fiumi e Stagno di Alghero. — Fra le sorgenti principali som da citare quella di San Marco, che nasce e scorre in rivo presso , limiti con la Nurra sassarese e vicino alla strada per Porto Torres; la Fonte dello Stagno, che sorge presso la comunicazione del mare con lo stagno Càliche; la Casasèa ed altre venti e più molto copiose. Nella parte meridionale merita menzione il Cantaro, che nasce eia un poggio vicino al mare e da cui attingono spesso i naviganti
   Altri iiumicelli sono il Rio Susan, proveniente dai monti di contine con la Nurra sassarese; Rio della Barca, così detlo perchè solo così può attraversarsi; Rio Sori-gheddu, che passa sotto monte Pedrosu; Rio Serra, maggiore ili questi ed alcuni altri. Godeste acque alimentano lo stagno di Alghero. Altre mettono foce net litorale meridionale e sono: Rio di Calabona, che si getta alla distanza di 5 minuti da Alghero e in cui vi è lavatoio; quindi presso a capo Fòglina il fiume dell'Omamorf. I fiumi Serra e Ungias sono accavalciati da ponti lungo la strada per Sassari. Le inondazioni danneggiano spesso seminati e poderi.
   A nord di Alghero, ed alimentato dai suddetti iiumicelli, stendesi, con un perimetro di 12.7 chilometri quadrati e una profondità massima di 2.3 metri, lo Stagno di Alghero, o Càliche, il quale però cresce anche tal fiata per le alluvioni del monte Doglia e l'influsso del mare nei venti gagliardi di libeccio. Ila una forma cosiffatta, che da un punto centrale si hanno in vista di fronte a sinistra ed a destra tre seni profondi. La comunicazione col mare non è sempre aperta, chè le arene e più le alghe, spintevi dal ruoto dell'onde, la ostruiscono; di che le acque stagnano come in una palude e dal loro letto fangoso alzansi nei calon estivi esalazioni miasmatiche, perniciose anche agli abitanti di Alghero, se spira la tramontana. Copiosa è però la pesca che vi si fai
   Porto Conte. — A 10 chilometri a ovest da Alghero apresi il Porto Conte, ampio golfo, che può accogliere intiere squadri; al sicuro da qualsivoglia tempesta. E largo all'imbocco circa due miglia, un po' più nell'interno e allungasi oltre 4 miglia da capo Caccia alle rovine di Sautìinbcnia.
   Sulle coste est e ovest, a poca distanza, ha un fondo di 4 a 5 metri, e lungo le spiaggie verso nord non v'ha ancoraggio propizio per bastimenti grossi che a (550 metri da terra. Sulle coste suddette di est e ovest protendonsi due piccoli promontorio sul primo dei quali sorge la torre 'detta di Porto Conte, e sull'opposto quella dì Trasmeriglio. Nel fondo, verso ovest, sono le rovine di Suntimbenia. Dal Trasmeriglio verso sud è la torre del Buio e quindi, prima di arrivare al capo Cuccia, la grotta dell'Altare a mezzo la ripida costa, in cui vedonsi belle stalagmiti.
   Isolette. — Girato capo Caccia si presenta una costa inospite, la quale non offre rifugio neanche ai piccoli legni. Non molto lungi dal Capo, in fondo a una piccola insenatura, vedesi l'ingresso della famosa Grotta di Nettuno ed a maestro-tramontana di essa, sorge l'isoletta Foradàda. È un colle poco alto e di cui le roccie vanno disgregandosi, con poche erbe ed arbusti e in cui nidificano uccelli marini. Ebbe tal