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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Alghero
   fj.jy
   non v'ha di notevole che una Sacra Famiglia, che vuoisi di buon pennello. Due chiese filiali, una nel l'ubi luto e l'altra nella campagna. Terreno fertilissimo in cereali, vino e alberi da frutta; bestiame e molta cacciagione. Acque salutari, dette anche di Codrongianus, e prescritte dai medici contro parecchie malattie, denominate di San Martino di Beda, dall'antico villaggio omonimo. Son esse fredde, acidule e leggiermente ferruginose, secondo l'analisi del Gantù riferita dal La Marmora. Due soli Nuraghi nel suddetto campo Mela. Questo Comune, col suo territorio, fece parte della baronia di Ploaghe,
   Coli, elett. Ozieri — Dioc. Sassari — P2 T. a Ploaghe.
   Codrongianus (1129 ab.). — A 187 metri d'altezza, a pochi passi dalla strada centrale, parte in un seno aperto su quella e parte superiormente sulla costa con strade irregolari e ripide in parte e parrocchiale di San Paolo, in cui fu già un Priorato Camaldolese. Relativamente alle altre del Logudoro è di costruzione assai pregevole e va ornata di quindici quadri assai belli, ma creduti erroneamente di autori di prim'ordine dal donatore D. Maurizio Sanila. La gran tela dell'aitar maggiore rappresenta San Paolo iti atto dì precipitare di sella al grido dall'alto Quid me per seque ris? Yù lavoro di Baccio Gorini, pittore fiorentino del secolo X\7I, emigrato polìtico m Sardegna. Vi si veggono gruppi poco lodevoli di un disegno non ben regolare. Nei due oratorii con confraternite v'è un altro quadro dello stesso autore.
   Fuori è la chiesa antichissima della Trinità coll'abazia camaldolese di Saecargia, fondata nel 1116 da Costantino di Mariano, giudice di Logudoro e da sua moglie Marcusa di Arborea, che, restituendosi ad Ardara, passarono una notte nel villaggio di Saecargia, ora distrutto. Ultimato nel 1116, fu dato ai Camaldolesi, e tosto divenne una delle più celebri abazie di quell'Ordine, per prìvilegii avuti dai suoi fondatori Costantino, che vi fu seppellito nel 1127, e Marcusa, che si ritirò, alla morte di questi, in Messina, ove fondò un manicomio. Corrottisi, i frati vennero scacciati dal convento dagli Aragonesi, nel secolo XV, i beni divisi e dati al clero, ed il titolo di priore rimase all'arcivescovo di Sassari, che lo conserva tuttora. Il monastero oggidì è mezzo rovinato, non cosi la chiesa, che, annessa alla parrocchia del vicino villaggio di Codrongianus, è conservata benissimo ed è stata dichiarata da poco monumento nazionale. Vi si celebra gran festa nell'ottava di Pentecoste, con molto concorso.
   Grano, granone, orzo, fave, lino, ortaglie, alberi da fruita, vino assai pregiato, pascoli, bestiame e selvaggiume nella selva di Giunchi. Numerosi Nuraghi, ma ili gran parte diroccati.
   Cenni storici. — Fu già un altro Codrongianus, che denoiìiinavasi de Jossu (ossia inferiore) con chiesa sacra a San Procopio. L'odierno era uno dei villaggi che componevano la baronia di Ploaghe, appartenente al marchese di Laconi.
   Coli, elett. Ozieri — Dioc. Sassari — P2 ivi, T. a Ploaghe.
   Florinas (2093 ab.). — A 401 metri di altezza e soprastante al vallone di Codrongianus dalla sponda della pianura detto monte di Figulinas, con ampia ed amenissinia prospettiva. Si compone di circa 430 case lungo le strade irregolari in sito piano. Chiesa maggiore della Madonna delle Grazie di costruzione antica, a tre navate e con nove altari Altre chiese minori, due delle quali con confraternite e due cappelle fuori dell'abitato.
   Un antico castello ricordato dal vescovo Fara e creduto costruito dai Malaspina, coronava l'eminenza vicina al paese dal lato nord, dominando l'antico borgo, situato alla falda, ove veggonsi ancora le vestigia di antiche popolazioni. Gli abitanti ne dispersero i materiali. Nel territorio vi sono dodici Nuraghi ed alcune cavernette sepolcrali, appartenenti agli abitanti più antichi della Sardegna.