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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2.r>f> Parte Quinta — Italia Insulare
   rinforzale da baluardi e bastioni moderni, fra i quali il bastiono di fìnllmUfa.d al quali l'orizzonto apresi in un areo grandissimo da libeccio a levante, offrendo allo sguardo estatico il litorale di ponente con lungo argine di colline e più oltre lo regioni piane di f!') ma ridia e mammaria, la Surra, con la bassa catena dell Aliarti, l'isola Asinara, il gran golfo Turrilano, le montagne della Corsica, il promontorio Tmta alle Boccile di Bonifacio, il lido Agiese e il campo di Gogliinas con lo stagno formato dall'omonimo fiume sotto i monti della Gallura»
   La figura del paese determinata dalle mura è irregolarissitna pei molli angoli salienti e rientranti, e può rassomigliarsi a un dipresso ad un triangolo scaleno col-l'angolo minima spuntalo. Fa bella vista dal mare donde scorgonsi presso chi tolte sorgenti, le une sopra le allre, le case di varie forme ed altezze, quali cori ietto e quali con terrazze, ed a piò delle quali spicca un po' di verzura sopra il rampare del M.mgansello; sul vertice ergesi quasi corona il castello.
   Vie ripide, anguste, ma selciale in gran parie e la principale e più frequentala è la così detta Piazza. La cattedrale, sotto 1 invocazione di Sant'Antonio abate, è dì una architettura poco pregevole ed è povera di opere d'arte. Fu già dei Benedettini e dopo il pontificato di Pio IV vi fu trasferita la sede vescovile ampuriense come dimostra il Matlei nella Sardinia Sacra.
   Nel paese contansi inoli re l'oratorio di Santa Croce con confraternita e la chiesa della Madonna delle Grazie annessa all'ex-convento dei Francescani, fondato forse vivente ancora il santo patriarca e in cui conservatisi le ossa del venerabile frate Giuseppe Monserrato, nativo del luogo.
   Fuori del paese va rinomala la chiesa di Santa Maria di Tergu sul dor*o orientale del monte Ventoso, edificata nel secolo XI e lo stabilimento ed abbazia dei Benedettini in Sardegna. Sorge visibili da lungi ti campanile quadrato in pietre rossastre; nell'interno della chiesa par fosse molla semplicità, rimodernata in seguito; non vi sono che due cappelle e nella maggiore venerasi la statua in alabastro della Madonna, che alcuni vorrebbero attribuire a mano maestra. Monastero e chiesa furono fondali dai giudici di Torres, e Gonario I, durante il suo regno, che durò dal 102:2 al 1033, lo fece restaurare I suoi successori Costantino I e Gonario II lo ingrandirono e donarongli servitù e privilegi; l'abbazia poi fu unita al vescovato di Ampurias nel 1443. Di rimpetto all'aitar maggiore di questa chiesa leggesi laseguente iscrizione romana, riportata dallo Spano e dal Cugia:
   A . EGRIL1VS A. E. n.ARlA.\VS DECVRJAI. . SCR. CER. ET GL. TI PH EH MI ONE
   FECERVNT CL. TIF. in EX Ai L1B. XJBERTAB VS. POSR1SQ. FORVM.
   Gli archeologi esimii Hengen e Orelli interpretarono le parole Sor. Ger. pei Scriba OeriaUum, mentre lo Spano ritiene trattarsi d'uno scriba di Cerìco.
   Castel Sardo annovera tra gli edilizi principali il palazzo Municipale, l'Episcopio, il Seminario, i quali, in paragone agli altri edilizi, hanno qualche pregio: la Caserma, l'Ufficio semaforico, consolati, porto da cui esportasi grano, formaggio, sughero e pietre da macina pel continente, per la Maddalena e pei le tonnare.
   Nel gran banco nei paraggi dell'Asinara è il più bel corallo della Sardegna e forse dell'intiero Mediterraneo, ma è troppo lontano dalla costa.
   11 territorio produce granaglie, orzo, civaie, vino pregialo, frutta, legname, pascoli, molto bestiame, cacio e burro in copia.