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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sassari
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   Morto lo Zanche, Sassari acquistò il titolo di Cwilas Turritana. Della grandezza di Sassari è prova la sua divisione in cinque parrocchie, fatta nel 1278 dall'arcivescovo Dorgodorio, il quale pure costruì il palazzo Arcivescovile.
   Ma le pretese dei Pisani e dei Genovesi sul giudicato di Logudoro, che, alla morte dello Zanche, s'era diviso e smembrato fra s Doria, t Malaspina. i marchesi di Massa e le repubbliche di Genova e di Pisa, aumentarono e una convenzione fra Genova e i discendenti di Andrea Doria fu stretta nel 1287, nella quale questi rinunziarono in favore di quella repubblica ai loro diritti sulle città e castella del porlo turritano, ed altra con cui, nel 128S, i prigionieri Pisani cedettero alla città di Genova, oltre alle varie castella del Logudoro, villani de Massaro cam districtu, territoris et perti-nentiis Sassari, et cum amni iurisdictione, cimi villis et Itoniint'bus de Romagna et omnibus villis aliis, ecc. La repubblica sassarese durò dal 1294 al 1323 sotto la protezione di Genova e fu questa l'epoca più gloriosa per essa.
   Nel 131G pubblicavansi gli statuti della repubblica, (piali sono un monumento di sapienza politica, come giustamente li chiama il Gugia. Il Fara, il Vico, il Gossu, ii Manno, l'Angius, il Tola, il Valéry, il Boullier, lo Sclopis, il Costa si occupano a lungo di tali statuti, pei quali hanno parole di lode e di entusiasmo.
   Corta vita ebbe però la repubblica. Bonifazio Vili nel 1295 concedeva la Sardegna a Jacopo li re d'Aragona, ma solo nel 1323 questi ne [(rendeva possesso. I Sassaresi tosto gli offrirono sudditanza e il re alla sua volta accordò franchigie, che furono poscia accresciute dall'infante Don Alfonso. Mal come era costume degli Spagnuoli in ispecie e dei conquistatori in genere, a poco a poco queglino spadroneggiarono nella città, sicché i cittadini diedero ascolto alle parole dei Doria, che v'avevano ancora un forte partito e, nel 1325, si rivoltarono, massacrando molti Aragonesi, fra cui lo stesso governatore Raimondo di Semanato.
   Infuriato, ti re d'Aragona scaccia da Sassari tutti i Sassaresi, i Pisani e i Genovesi e la ripopola di Catalani e di Aragonesi. Poco dopo però gli espatriali sono riammessi in città e nuovi privilegi son loro concessi, intanto però il re costruiva un castello nel cuore della città, per potere all'occasione far piovere sopra di essa una pioggia di palle.
   A Giacomo II successe nel 1327 Alfonso IV, detto il Conquistatore, ed a questi, nel 1336, Pietro IV, detto il Cerimonioso. Sotto il governo di costui i Genovesi, nel 1347, tentano di riprendere Sassari e con 6000 fanti e 600 cavalli sconfiggono un forte nucleo di truppe regìe in una gola di montagna, detta Aida de turdu, presso Torralba. Ma tale vittoria poco giovò ai Genovesi, che, vinti da Mariano IV regolo d'Arborea e da Rambaldo di Corbera, luogotenente del re, ritentano, due {inni dopo e poscia ancora nel 1353, d'impadronirsi di Sassari, ma sempre inutilmente.
   Intanto il Logudoro fu fatto teatro di continue lotte e rappresaglie tra Genovesi e Aragonesi, che durarono sotto i regni di Giovanni I (1387-1395), di Don Martino, il Seniore (1395-1409). In questo ultimo anno Sassari rimase m potere del Visconte di Narbona, come già nel 1369 lo era stato di Mariano IV. II Visconte mirò ad impadronirsi pure d'Alghero e vi mandò per assediarla un bastardo di Amedeo VII, detto il Conte Mosso. Ma una sortita degli Algheresi scompigliò tutti, parte uccidendone e parte annegandoli in mare, nò dalla strage potè scampar neppure il capitano, che fu decapitato.
   Il Visconte di Narbona continuò a tener Sassari sotto d regno di Ferdinando il Giusto (1412-1416) e nel 1417, essendo salito sul trono Alfonso V (il Magnanimo), dopo lo sborso di 150,000 fiorini, ei gli cede la città e se ne tornò in Francia, ove poi mori combattendo nel 1419. Alfonso V non angario soverchiamente i Sassaresi e senza vantarlo il suo governo non è meritevole di biasimo. Lo stesso può dirsi del di lui successore Giovanni li (1458-1479).