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l'aite Quinta — Italia Insulare
disordine e senza nn catalogo ragionato la galleria municipale, in cui ammirasi, fra le altre cose, una Testa, di Salvator Rosa; una Donna adultera, attribuita al Tinto-rei to; una Regina Saba e Ile Salomone, attribuiti al Veronese; quel cli< liavvi di certo però è una grande collezione di dipinti del pittore sardo Marghiriolti, rappresentanti feste campestri, balli, cerimonie e altre scene sarde. In un'urna, appositamente costruita, è racchiuso il drappo funebre che copri il feretro All'eroe di Caprera, nel PS giugno 1882, giorno dei suoi funerali, e provveduto dal Municipio, il quale volle dare un ultimo attestalo di stima e d'ammirazione a colui, che, nel .10 gennaio 1861, con unanime approvazione di lutti i membri del Consiglio, acclamava cittadino di Sassari Questo drappo è in velluto nero con ricca iscrizione in argento delle parole: A Garibaldi, Sassari e costò la somma di lire 2000. Nella medesima urna si conserva pure il lenzuolo, in cui fu avvolto il cadavere del gran generale.
A mezzo il Corso erges l'antico palazzo Comunale, trasformato ultimamente in istituto musicale, assai angusto, a dir vero, a cagione delle nuove esigenze della città, ma di bell'apparenza, con ampia gradinata marmorea e ornalo di busti e dipinti. Esso è diretto dal maestro sassarese Luigi Canepa, autore di pregevoli spartiti musicali, fra cui il David Itizio, i Pezzenti ed il Riccardo 111. Il palazzo è di ordine corinzio e nello scalone si legge una lapide commemorativa coi nomi dei trentaduc benemeriti, che si distinsero nell'invasione colerica del 1855.
Iti una delle facciate fu posta una lapide di granilo di Caprera in memoria di due visite fatte dall'Eroe dei due Mondi alla città di Sassari. Questa lapide, che fu apposta riell'8 giugno 1881, è del seguente tenore:
IN SASSARI NEGLI ANNI 1855, 1850 DIMORÒ GIUSEPPE GARlliALDl AL CITTADINO ONORANDO QUESTO SASSO DI CAPRERA MEMORIA QUANTO L'ODIO Al TIRANNI DURATURA II, GRUPPO GARIBALDINO E 22 ASSOCIAZIONI POSERO
Però è da notare, secondo quanto scrive l'egregio Enrico Costa nella sua opera Sassari, che Garibaldi fu a Sassari nel 185i e non già nel 1855, e che non gli consta da nessun documento, che egli vi sia ritornalo nel 1859. IJovrebbesi perciò correggere il primo errore e appurare quanto riguarda la seconda data, per decoro della storia contemporanea.
A codesto palazzo va unito il Teatro Civico, edificato nel 1828 sul modello del Teatro Garignano di Torino; ha tre ordini di palchetti, ma chiuso quasi sempre dopo l'apertura dell'ampio ed elegante Politeama inaugurato nel 1884 col Riccardo 111 del già citato maestro Canepa, sassarese.
Sulla piazza omonima sorge il palazzo vastissimo dell' Università. La fondazione di questa Università è dovuta ad Alessio Fontana, il quale, da giovane recatosi in Ispagna, per il suo ingegno e la sua vasta dottrina, arrivò al grado di segretario pei decreti dell'imperatore Carlo V. Reduce da Madrid nell'anno 155S, volle dotare la sua città natale di tale istituto, di cui fino allora essa mancava. A tal fine destinò 1200 ducati d'oro annuali, cioè tutta la rendita del suo patrimonio, per aprire un collegio di studi, di cui incaricò i Gesuiti, con la diretta patronanza dell'arcivescovo, del governatore e del sindaco, in allora chiamato Capo Giurato.
Costruito il palazzo, fu inauguralo solennemente nel 1562. Il Fontana fu imitato ila molti suoi concittadini, i quali concorsero con ingenti somme ad accrescere il patrimonio del nuovo istituto, e tra questi si ricordano con riconoscenza Gaspare Vico, che alla sua morte legò l'intiero patrimonio per la fondazione di nuove