J'aile Quinta — Iliilia Insulare
Marghinotli, uno dei migliori pittori sardi; la Pentecoste, buon dipinto d'ignoto pennello, clic eredesi del 000. Primeggia fra i mausolèi quello di Benedetto Placido Maria di Savoia duca di Moriana, fratello a Carlo Emanuele IV, a Vittorio Emanuele 1 ed a Carlo Felice, morto nel 28 ottobre 1H02 a Sassari, ove ricopriva la carica di governatore del Logudoro. Appari iene allo scultore Fine-Ili, e quantunque il Valéry lo ritenga una contraffazione del bui monumento del Canova a Clemente XII) e critichi assai la figura allegorica della Sardegna che piange sulla tomba dell'estinto, pure è lavoro pregevole. Nella sagrestia, ricca di argenteria e di paramenti, ammirasi una statua inargento di San Gavino e varii quadri villerecci di pittori sconosciuti. Ben costruito e di altezza ragguardevole il campanile e di bell'arte le bussole alle tre porle.
Nelle adiacenze della Cattedrale sono le chiese seguenti : San Giacomo, di antica costruzione con vòlla bassa, umida, male illuminata e di capacità mediocre; chiamasi volgarmente la Canonica, perchè presso ad essa era il convento, ove i canonici vivevano in comune come ì frati, presso la cattedrale; San Michele, piccola chiesa della Confraternita di San Gavino e più oltre la Madonna del /tosarlo e Santa Caterina, chiesa ariosa e pulita, a cui si sale per una bella scalinata Marmorea.
La parrocchia di Sant'Apollinare, in fondo alla città, è di semplice disegno, di molta capacità, a tre navale e con sette altari. Vi si venera un Cristo miracoloso di statura ordinaria e di color bruno, clic vuoisi rispettato da un incendio che bruciò quanto era in chiesa, eccetto codesto Cristo che rimase incombusto. Vi si ammira fra i dipinti un Ecce Homo, attribuito da alcuni a Tiziano, e che, anche non sia tale, è però sempre uno stupendo dipinto. Nella medesima chiesa son da osservare sette ritratti di apostoli a olio di pregevole fattura, del seicento.
Dall'altra parte della città trovansi altre due chiese: San Sisto e San Donato. La prima, rifabbricata nel luogo dell'antica su disegno dell'architetto Piretta e consacrata nel 1819, è di capacità sufficiente, ha l'aitar maggiore e il pavimento di marmo ed è ben provveduta di arredi sacri e di argenteria; la seconda, ben capace e fornita di molte cappellanie, ò la parrocchia degli agricoltori e dei contadini.
Proseguendo nella enumerazione delle chiese ti oviamo quella del monastero delle Cappuccine, di mediocre grandezza, pulitissima e ben rifornita per le sacre funzioni, e Sani'Elisabetta, chiesa piuttosto piccola, ma ben tenuta e fornita di sacri arredi ; l'oratorio di Sant'Andrea; la Trinità, con un Deposto di Croce di autore ignoto del secolo XV, riputato il miglior quadro che trovisi in Sassari; la chiesa dei Servi di Maria e del Carmine, grande, bella, assai frequentata, sotto il patronato della famiglia Pilo, con un bel quadro della Madonna col Bambino, del Sassoferrato.
Un po' fuori della città, a cui son congiunte da ameni viali alberali, stanno le chiese di San Biagio; di San Pietro, chiesa antica e reslaurala; della Madonna del Latte Dolce, piccola chiesa antica già di San Leonardo; di Sant'Agostino, di antica e semplice struttura, restaurata nel 1006, già servita dagli Agostiniani e quindi dai Domenicani: e finalmente di San Paolo, modernaed annessa al Camposanto.
La più vasta forse delle chiese, dirimpetto all'antica porta Utzeri, è Santa Maria di Betlemme, già di stile gotico, riedificata, come tante altre della Sardegna, a modo suo dal celebre architetto Antonio Cano, che peri miseramente precipitando dall'alto di un ponte appunto in una chiesa. La gran cupola, ond'egli orno Santa Maria di Betlemme, ha da vicino un aspetto schiacciato e ineschino; ma veduta da lungi pare appartenga ad una moschea, principalmente perchè quel bizzarro architetto le rizzò a fianco una specie di minareto orientale, vale a dire un esile campanile rotondo a foggia di colonna, sormontato da un cupolino.
Finalmente, per soddisfare ì pii desideri! degli abitanti delle suddette Appendici, fu costruita, non ha gran tempo, una chiesa spaziosa, di forme moderne ed eleganti, sacra a S. Giuseppe (fig. 41), opera dell'architetto Agnesa, in un lato di piazza d'Armi.