Provincia di Sassari
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costiera v'è l'isola della Maddalena, con la cala Francese e la punta Balburno, e poi la punta Nera.
L'arcipelago della Maddalena, posto davanti ad una grande insenatura della costa, fra capo Ferro e capo Bianco, è formato da tre isole principali: Maddalena, Caprera e Santo Stefano, e spinge a guisa di braccia le anzidette isole di Sparagi, Razzoli e Santa Maria nello stretto di Bonifacio, del quale perciò viene ad essere la chiave.
Tra Caprera e capo Ferro, da una parte si apre un canale d'entrata, largo oltre 3000 metri nel suo punto più stretto fra punta Rossa e capo d'Orso. Tra Caprera e la Maddalena v'è il passo della Moneta, e fra questa e la costa il canale di punta Sardegna, con un passo di 1000 metri. I passi accessibili a grandi navi perciò non sono che due, uno al nord e l'altro al sud, essendo quello della Moneta appena sufficiente per il transito delle torpediniere e di altri piccoli legni, che pescano pochi inetri. Seguendo il litorale sardo, l'orrore si para nuovamente dinanzi alla vista di scogli isolali, che assumono le forme di strani e spaventevoli fantasmi, di roccie, che sembrano fortezze, baluardi di giganti, torri, monoliti, con le basi perforate da caverne misteriose, da antri forse mai calpestati da piede umano, da grotte, che nessuno ha visitato. 11 mare, battendo su quest'immenso traforo naturale, produce uno schianto, che incute paura. Al capo dell' Orso, presso cui sorgeva in antico la città di Tumbole, di cui sonvi ancora pochi avanzi, l'orrido raggiunge il colmo. Si disegnano poscia le due rade di Arzachena e di Congianus, con dì fronte gl'isolotti di Soffi e di Mortorio, ricchi di granito, e poscia ì due colossi di pietra calcarea, prima il promontorio o capo Figari, con la sua superficie cenerognola, erta, tagliata a picco, corrosa, dilaniata dall'incessante battere dell'onda, e poi l'isola Tavolarci, tutta di un pezzo, come un enorme blocco di pietra nera piantato sul mare, già ricordata nella storia romana per la battaglia navale, combattuta e vinta nelle sue acque dalle navi romane, comandate dal console Lucio Cornelio Scipione, contro le forze cartaginesi, guidate dall'ammiraglio Annone, che vi perdette la vita.
Segue a questa l'isola Molara, già chiamata dagli antichi Buccina, come si legge in Tolomeo e nell'itinerario di Antonino, nome pi il appropnato ed espressivo, essendo essa assai rassomigliante alla conchiglia di Tritone. Quest'isola è ricca di terreni ubertosi e sulla vetta d'uria sua collina s'eleva un castello. Su questi scogli nel secolo scorso due pastori uccisero sedici pirati, ivi sbarcati da una galera tunisina. L'isola di Molara fu pure destinata per ricovero degli esiliati. Alessandro Severo, imperatore romano, vi relegò il papa Poliziano, che vi rimase 4 anni e 5 mesi.
Per ultimo il vasto anfiteatro del golfo di Terranova, col punto più terribile per le navi da capo Ceraso a porto San Paolo, e con una serie di banchi di scogli, nei quali naufragarono fante navi,
2° La costa occidentale prolungasi da capo del Falcone (154- m.), un po' prima di giungere a capo Marrargiu in provincia di Cagliari,- è aspra e scoscesa, in generale, intersecata dai capi Negretto, dell 'Argentiera (222 m.) e della Caccia (273 m.), da porto Conte e dal golfo di Alghero.
3° l'ra le coste orientale ed occidentale stendesi, con sviluppo assai maggioro, la settentrionale dal capo Ferro alla punta del Falcone e lungo essa incontrasi il golfo dell'Asinara, la cala dello Stagnone, la cala Vallalta e il piccolo ma sicuro