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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Oristano 11
   
   rimovevasi probabilmente in occasione degli anniversarii, delle libazioni e in altre circostanze religiose: e, a quel che pare, quei morti consulta varisi quali oracoli. Queste cerimonie dovevansi compiere nel verno principalmente e di buon mattino, quando i primi raggi del sole, penetrando per l'apertura nella fossa, cadevano sulla faccia del morto.
   S'è detto più sopra, che tutti questi monumenti sono orientati allo stesso punto dell'orizzonte, vale a dire verso est, dieci gradi ad ostro, direzione del levar del sole nell'inverno: quest'uso dì collocare il morto con la faccia volta ad oriente è particolare ai popoli orientali e vige tuttora presso i Mussulmani, quelli, principalmente, che dimorano a ovest della Mecca.
   Il La Marmora spiega con le medesime ragioni la favola riferita da Aristotele e commentata da Simplicio ( Comm. ad Pìtysicorum, lib. ìv, cap. a, pag. 265) intorno agli eroi dormenti della Sardegna. Supponendo, conchiude il dotto illustratore dell'isola, che gli eroi di cui parlano Aristotele e Simplicio fossero compagni o congiunti di Jolao, per la particolarità di esser quei monumenti rivolti a est, avremo un motivo di più per credere alla loro origine fenicia piuttostochè greca.
   L'illustre prof. Pais, nella sua opera già citata {La Sardegna prima del dominio romano), assevera essere tali monumenti non altro che tombe e li paragona in parte ai dolmen-gallerie della Francia occidentale.
   Boroneddu (200 ab.). — In una valle, a 7 chilometri da Sedilo, in clima salubre, con parrocchiale di San Lorenzo all'estremità dell'abitato, una chiesa filiale dedicata a San Salvatore ed un'altra campestre. Territorio molto atto ai cereali e alle civaie; grano, orzo, fave, lino, ceci principalmente; vino bianchiccio e di buon gusto, ma poco serbevole. Selva di quercie e pochi alberi fruttiferi. Residui di sei Nuraghi.
   Coli, elett. Macomer — Dioc. Bosa.
   Dualchi (694 ab.). — Sta a circa 400 metri d'altezza, quasi sul ciglione dell'altipiano del Marghine, in una specie di promontorio a breve distanza da Noragugume, con parrocchiale di San Leonardo e altre cinque chiese; cinque paludi e il fiume Murtazolu, che nasce alcuni chilometri a libeccio di Macomer e si versa nel Tirso. Grano, orzo, lino, vino soave, ma poco gagliardo e molti alberi fruttiferi, fra i quali predominano i peri, i susini, i mandorli e i peschi; bestiame scarso e selvaggina.
   Come in tutte le altre parti dell'altipiano del Marghine, così anche in questa som molli Nuraghi, alcuui dei quali ben conservati; né mancano le cosidette Sepolture dei Giganti, di cui abbiam trattato più sopra, contandosene tre.
   Cenni storici. — Nel 1478, nella guerra fra il marchese d'Oristano ed il viceré Carroz, gli abitanti parteggiando pel primo e ricusando perciò di ubbidire al secondo, che passava col regio esercito, diedero di piglio alle armi per respingerlo, ma furono sconfitti e saccheggiati.
   Coli, elett. Macomer Dioc. Alghero.
   Noragugume (510 ab.). A circa 400 metri di altezza, nella pianura del Marghine, riparato in parte dai venti nordici dalle montagne di Bolotana, bagnato dal Rio Mannu, che, venendo dalle terre di Macomer, scaricasi nel Tirso, e da nove fonti e due paludi. l'arrocchiale di San Giacomo e due chiese minori. Grano, orzo, fave, legumi, vino leggiero, molti fichi d'India e bestiame. Cinque soli Nuraghi ed una Sepoltura di Giganti con la gran lapide, che copriva l'apertura del monumento.
   Coli, elett. Macomer Dioc. Alghero.
   Tadasuni (381 ab.). — Sta sulla ripa della pianura, alla cui falda scorre il Tirso, con parrocchiale di San Nicolo. Grano, orzo, fave, legumi, buon vino, alberi da frutta,