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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Oristano
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   quello stesso anno Barisone fece alla chiesa una donazione, al di cui atto intervennero pure molti vescovi sardi. Nel 1211 altre donazioni essa ebbe da Costantino II di Arborea, fra cui l'antico monastero dell'ordine dei Camaldolesi, dipendente da quello di San Zeno di Pisa, del quale tuttora vedonsi tracce e avanzi di celle. Nel 1237, Alessandro, legato del papa in Sardegna, riceveva nella chiesa di Santa Maria in Bonarcado l'omaggio ed il giuramento di sottomissione, che alla Santa Sede prestava Pietro, giudice d'Arborea, in presenza dei prelati sardi. Nel 1253 vi fu tenuto sinodo, presieduto da Prospero, arcivescovo di Torres, legato apostolico all'uopo e al quale intervennero gli arcivescovi di Cagliari, d'Oristano, i vescovi di Terralba, di Suelli, di Civita, di Lfsellus, di Santa Giusta, di Ploaghe, di Doglia, di Ottana e di Sorres, nonché l'abate di Saccargia.
   In questa chiesa fin dalla sua fondazione fu eretto un priorato, tuttora esistente. La nomina del priore fu ed è prerogativa dei re di Sardegna, da Barisone a Umberto I. Tale beneficio veniva conferito ai prelati più benemeriti dell'isola, come infatti ne furono investiti il vescovo di Bosa, e gli arcivescovi di Cagliari, di Sassari e di Oristano. Costoro delegavano un sacerdote, che vi compiva i doveri di parroco. Attualmente si usa il medesimo sistema e l'odierno priore delegato, dipende dall'arcivescovo di Oristano. Questo priorato è assai ricco e possiede una estensione, fra boschi e terreni aratori, di ettari 1500, i quali danno un reddito d'oltre 20 mila lire.
   Il paese decadde dall'antico stato al punto, che si può dire esser ora l'ombra di quel che fu m addietro. L'ultima pestilenza, che desolò la Sardegna, ridusse gli abitanti a pochissimi, i quali non si salvarono se non separandosi in tempo e riparando nella selva del suddetto monte Querquedu soprastante al paese. Nel colle verso libeccio veggonsi molte vestigia di antiche abitazioni. Fece poi parte del marchesato d'/\rcais.
   Coli, elett. Oristano — Dioc. Oristano.
   Mandamento di SEDILO (comprende 7 Comuni, popol. 5836 ab.). — Territorio disteso per una parte sulla pianura del Guilcìeri e per l'altra nelle sue pendici e nella vallata del Tirso, che lainbe il pie dell'altipiano. I corsi d'acqua notevoli sono quattro, che circondano o traversano il territorio, fra cui il suddetto Tirso, che gli abitanti chiamano rio di Lochete. Quattro grandi selve.
   Sedilo (2791 ab.). — A 280 metri di altezza, sul colle di maggior prominenza, che forma, ai suoi confini, la pianura del Guilcìeri, in aria salubre, con case in pietra ad un solo piano di due o tre camere, con un cortile, ove stanzia, sotto una loggia, il pollame, il maiale e il cavallo; le porte sono in pietra da taglio ili trachite rossa. Parrocchiale di San Giovanni Battista, a tre navate, con cupola aggiunta in tempi posteriori. La facciata fu costruita nel 1703, quando furono fatti altri restauri ed aggiunte. Cinque chiese minori nell'abitato e nove campestri, fra cui quella gotica di San Costantino {Santu Antine), in cui si celebra gran festa con fiera ai primi di luglio, posta in una vallata discosta 25 minuti dal paese, con una fonte copiosa, e fatta a somiglianza della parrocchiale.
   11 territorio produce molta frutta, ortaglie, meliga, patate, legname; pascoli, bovini, capre, pecore, cavalli, suini. Caccia di cinghiali, lepri, martore, volpi, pernici, quaglie, beccaccie, tortore, colombi, tordi, uccelli acquatici. Giacimento di argilla saponacea. Tessuti di lino, tela e tovaglie. Coperte da letto con varii disegni; panni per vestiario, coltri, ecc. Abbondanza di buoni formaggi, la maggior parte dei quali si suol vendere a Bosa in un con le lane e le pelli, i grani si spediscono in Oristano e porzione nei villaggi alpestri della vicina Barbargìa. Gran numero di Nuraghi disseminati nelle varie regioni e Sepolture di Giganti. Sull'eminenza conica, detta di l'alasai, a ponente-libeccio dal paese, vedonsi le rovine di un'antica popolazione e vuoisi vi sorgesse un castello. Monolite di pietra mamrnellata, che si crede essere