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l'arte Quinta — Italia Insulare
11 Castellani Castri dei Pisani formava in origine un triangolo con tre torri; gli Spagnuoli vi aggiunsero in seguito le altre opere fortificatorie e i ripari che gli stanno innanzi, principiando dalla porta di Castello sino al bastione di San Giovarmi, ora semidistrutto, e da porla Cristina sino all'arsenale, il cremonese Rocco Capellino fu l'architetto di queste ultime fortificazioni.
Nella famosa pace d'Utrecht del 1713, pace che pose fine alla lunga guerra di Successione della Spagna per la morte, senza lasciar figli, di Carlo 11 nel 1700, l'isola di Sardegna fu assegnata all'Austria. Ma Filippo II di Spagna tentò ricuperarla ed inviò una squadra con truppe da sbarco contro Cagliari, la quale, stretta d'assedio, quando gli Spagnuoli già slavano per salire sulla breccia, si arrese.
Ma gli alleati non tardarono a costringere gli Spagnuoli a ritirarsi, e col 1 rati alo di Londra del 1718 la Sardegna fu aggiudicata al Duca di Savoia. 11 4 agosto del 1720 il principe Ottaiano de' Medici ricevè dal capitano generale la rinuncia di Filippo V imperatore, e il 9 dello stesso mese, in presenza degli Slam eri ti (parlamento composto di 3 ordini: degli ecclesiastici, dei militari, a cui apparteneva tutta la nobiltà, e dei deputati di ciascuna città, istituito nel 1421 da Alfonso V) il rappresentante imperiale consegnò, al rappresentante del nuovo sovrano, il governo dei-risola. 11 29 gli Statuenti inviarono in deputazione al trono Don Giuseppe Satrillas, marchese di Villaclara, e il 2 settembre il barone di San Remigio (San l'emy), eletto viceré, profferiva il giuramento in nome di Vittorio Amedeo li re di Sardegna, il quale nel 1730 abdicò in favore di Carlo Emanuele III.
Cagliari continuò ad essere la sede dei viceré, che governavano la Sardegna assistiti dal magistrato della Beai Udienza e in certi casi dalle tre prime tori (Presidenti) degli Stamenti, ossia dei tre rami delle corti, che non rianironsi mai in forme solenni sotto la Casa di Savoia.
Nel 1773 mancava ai vivi il grande Carlo Emanuele III e gli succedeva Mitorio Amedeo III, sotto il cui regno avvenne il celebre bombardamento di Cagliar, pei Francesi, di cui giova toccar qui due parole.
La scapestrala e sanguinaria prima repubblica francese deliberò, fra le altre sue prodezze, nel 1793, di conquistare la Sardegna, destinando all'impresa la squadra del Mediterraneo, sotto il comando dei contrammiragli Truguel, il bombardatore d'
Oneg'lia, die ancor combatte e fuma
e la Touche-Tréville, e dandone al primo il comando. Il 15 febbraio 1793 Cagliari fu orribilmente bombardata e cannoneggiata per 12 ore; il fuoco continuo ostinato da ambo le parti il di seguente, e, dopo varie vicende, il Truguet fu costretto a battere in ritirata coi suoi soldati e la sua squadra respinta, mentre il giovine Napoleone Bonaparte, che combatteva nella Gallura, tornava in Corsica con la sua divisione. Piccolo monumento di grandissima vittoria, fu coniata una medaglia eroica con iscrizione, e in previsione del ritorno dei Francesi sconfitti furono accresciute le fortificazioni e le difese sulle colline adiacenti e lungo il litorale.
Il 28 aprile 1791 scoppiò un moto insurrezionale nel quartiere di Stampace per l'arresto di due persone popolari, liberate le quali, il popolo si acquetò; ma altri torbidi riscoppiarono il 6 e il 22 luglio del 1795 per dissidii fra gli Slamenti e il viceré, e l'intendenle Pitzolo cav. don Girolamo e il generale marchese Palliamo Gavino della Planargia furono uccisi dalla moltitudine infuriata.
Carlo Emanuele IV confermò nel Vivalda l'autorità vice regale, e, giunto il 3 marzo del 1799, in Cagliari, nominò generale e governatore della città Vittorio Emanuele duca d'Aosta a cui succedè Carlo Felice, e il 22 settembre fece ritorno al continente con la regina Maria Clotilde di Borbone, lasciando suo vicario il duca del Genovese.