Cagliari
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dorico e uno scalone tutto in marmo, un ampio salone e i ritratti di tutti i viceré e di alcuni principi e principesse della Casa di Savoia; vi risiede al presente il prefetto con gli uffizi da lui dipendenti.
Sulla vasta piazza Vittorio Emanuele sorge la torre detta di San Pancrazio (fig. 12), costruita pure dai Pisani nel 1200, assieme alle fortificazioni dell'intiero quartiere ed alta 30 metri. Come quella dell'Elefante essa è benissimo conservata e serve di carcere principale giudiziario. I)i essa si servì il La Marmora, come punto trigonometrico, per la carta dell'Isola, di cui fregiò il suo itinerario. Segue il li. Arsenale con bel portone d'ordine dorico composto di quattro colonne doriche rinvenute nel Campidano. Passata una porta e girando a destra si trova la caserma Carlo Alberto, ano degli editizi più imponenti della città, a cui va unita un'armeria.
Grandioso e di bella architettura l'edilìzio contenente il Seminario Tridentino e la R. Università, la quale comprende la biblioteca, i musei, la segreteria, l'aula magna e le sale per le scuole. Fin dal 1603 il Parlamento sardo avea decretato la fondazione della Università di Cagliari, ed il papa Paolo V l'approvava con bolla del 12 febbraio 1G0G. Il 31 ottobre 1620 Filippo III, re di Spagna, con reale diploma ne ordinava la erezione e gli slamenti concorrevano per mille ducati nelle prime spese. Nel 1G26, per espresso ordine del re Filippo IV, s'inaugurò un'università nella piazza Indipendenza, già Vittorio Emanuele e comunemente detta di San Pancrazio, in un locale posto dirimpetto alla torre di tal nome, ora sostituita da un fabbricalo moderno. Sotto il regno di Carlo Emanuele III ed il ministro Bogino si costiuì il palazzo attuale, su disegno dell'architetto Belgrano, ed il 3 novembre 17Gi se ne fece la solenne apertura.
In esso trovansi i Musei di zoologia, ricco di bellissime collezioni di mammìferi, pesci, crostacei, uccelli, insetti e zoofiti. La più splendida è quella degli uccelli, in cui vi sono rappresentate tutte le specie numerose dell'isola.
Seguono i Musei di mineralogia, con raccolte di minerali sardi e pietre pure dell'isola e con la collezione geologica e paleontologica sarda, dono del La Mar-mora, oltre a pregevoli raccolte di fossili quaternari.
Ma i più ricchi e preziosi sono certamente i Musei d'antichità (fig. 14), come quelli contenenti gli oggetti rinvenuti negli scavi fatti nelle località di Pula, Tharros Cornus e Sant'Antioco. Vi si notano due ricchi medaglieri, quelli dell'archeologo canonico Spano e quello del La Marmora, entrambi donati dai duo egregi antiquari e ricchi di monete e medaglie rarissime, molte lapidi e cippi mortuari pagani e cristiani d'un gran valore storico, ed altre iscrizioni, fra cui quella del Padre Sardo, riportata a pag. 2.
E per ultimo v'è il Gabinetto anatomico con pezzi in cera ed a secco sul vivo del Susini e del Lucili. Vi è pure la Biblioteca con oltre G0,000 volumi e 20,000 opuscoli e con le famose Carte de Logu di Eleonora d'Arborea. Anche il suddetto Seminario Tridentino possiede una biblioteca di molti volutili regalali in gran parte dall'illustre professore Gian Maria Dettori, morto a Torino nel 1S3G.
Nel quartiere di Castello sorgono ben sette chiese, fra le quali primeggia il Duomo, sacro a Santa Cecilia Martire, fondato nel 1319 dai Pisani, riedificato dagli Aragonesi e restaurato nel 1G7G dall'arcivescovo Vico. La facciata (fig. 1G), sebbene di stile barocco, è ben proporzionata, rivestita interamente di marmo sardo delle cave di Teulada e dell'isola Piossa, e costa l'egregia somma di 15,000 scudi ricavati dall'aumento del dazio sull'esportazione del vino. Ila tre porte corrispondenti alle tre navate interne, ed è intersecato da pilastri marmorei piani e scanalati. Sulla porta centrale un medaglione rappresenta, in bassorilievo, S. Cecilia che suona l'organo, e nei due medaglioni, soprastanti alle altre due porte laterali (fig. 15), veggonsi effigiati S. Eusebio e S. Lucifero. E l'unica facciata marmorea in tutta l'isola, sebbene altre ve n'abbiano di architettura più regolare di questa, che è d'ordine dorico