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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quinta Italia Insulare
   Pesca del corallo Nelle aeque della provincia di Cagliari la pesca si fa entro uri raggio di 20 a 25 chilometri da terra, principalmente all'altezza di Carloforte o di l'osa, raggiungendo profondità di 100 a 150 inetri.
   Le barche arrivano da Torre del Greco, da Livorno, da Rapallo, ecc.; gli equipaggi però sono formati in gran parte di pescatori di Carloforte. Son vi barche di 1G tonnellate a un incirca con 10 uomini ed altre di 8 a 10 con non più di 5.
   Il corallo si vende greggio sul continente, non vi essendo in Sardegna opificio per lavorarlo. I laboratori! principali del corallo trovansi a Torre del Greco, a Napoli, a Livorno e a Genova.
   Il prodotto della pesca nelle acque di Carloforte e di Uosa valutavasi, nel 1875, in lire 424,800; ma l'esaurimento graduale dei banchi coralliferi, la concorrenza della Francia coll'adescare ì pescatori italiani sulle coste algerine e le scoperte appunto nel 1875 e quindi ancora nel 1878 e 1880 di tre riuovi banchi di corallo nelle acque di Sciacca, addussero una diminuzione sensibile nella suddetta produzione di Carloforte e di Uosa, cotalchè nel 1870, il valore era già sceso a lire 378,750, nel 1877 a lire 2Gi,080, e nel 1878 a lire 231,280.
   Maggiore ancora fu la diminuzione negli anni susseguenti sino al 188G, nel qual anno il numero delle barche peschereccie scese a 13, la quantità del corallo pescato fu di soli 18G chilogrammi e il loro valore di 25,010 lire, mentre nel 1881 si pescarono ancora 2551 chilogrammi del valore di 300,100 lire.
   Vuoisi ancora osservare che per le cause sovraccennate e fors'anco per una minor richiesta derivante dai cambiamenti di moda, fuvvi eziandio dal 1875 una diminuzione nel prezzo del corallo sardo, il quale valeva prima in inedia 141 lire al chilogramma e nel 188G era già sceso a lire 127.
   Produzione agraria. — Per l'inlluenza del clima, la fertilità naturale del terreno e per tutte le altre circostanze locali, la provincia di Cagliari ò essenzialmente agricola e i prodotti svariati del suolo in un con quelli della pastorizia, non solamente provvedono copiosamente al sostentamento degli abitanti, ma alimentano altresì (principalmente pel grano e pel vino) un vasto ed attivo commercio di esportazione.
   I prodotti principali consistono nei cereali, nel vino, nel cotone, nel lino, nelle frutta, negli ortaggi e nel bestiame ovino, equino e bovino. Nel 1891 la provincia di Cagliari diede i prodotti seguenti:
   Frumento....... . Ettol. 810,371
   Granturco.........» 9,512
   Orzo...........» 145,813
   Fatinoli, piselli e lenticchie ...» 5,090
   Fave, veccie, ceci, cicerchie, ecc. . » 108,445
   Lino.......Quint, 1,402
   Patate..........» 29,257
   Castagne....... Quint. 3,5'J7
   Vino..........Ettol. 804,204
   Olio...........» 41,320
   Agrumi ..... Centinaia di frutti 138,705
   Bozzoli .........Chi! 2,105
   Foraggi ......... Quint. 706,406
   E si osservi che i beni incolti comunali sommavano ancora il 31 dicembre del 1887 a 108,1G8 ettari!
   Seguono fra i prodotti agrarii, il seme di lino, la corteccia di sughero e quella d'elee, il legname da costruzione, il carbone vegetale, la potassa, il miele, la cera,