fili l'arie Quinta Italia Insulare
Mitissimo il freddo nel verno si che ben di rado il termometro segna meno di + 10 R. Rare le nevicate, frequenti le nebbie, molesta l'umidita iri certe stagioni e l'aria poco salubre dal luglio all'ottobre, quanto suol durare per solito la stagione-detta delle intemperie.
Delizioso è l'aspetto dei Campidani dalla fine del novembre a tutto l'aprile; squallido nella state e quando altri si scosta dai poderi circostanti ai paesi può credere di trovarsi in una contrada africana.
I Campidani finalmente contengono grandi stagni o peschiere, con gran copia di pesci e con saline assai produttive.
Geologia. — La struttura geologica del suolo, formata in gran parte dai terreni dell'epoca aroica e della siluriana, assegna alla Sardegna, e particolarmente alla provincia di Cagliari, un posto importante fra tutte le altre Provincie del Regno per il gran numero e la varietà de'giacimenti metalliferi.
Vi si trovano in fatti depositi di pirite di ferro, tal fiata argentifera con indizi di oro a Monteferro, a Fluminimaggiore e a Sedini presso Talana nell'Ogliastra; miniere di piombo nei territori! di Villasalto, di Guspini, di Arbus. di Fluminimag-giore, di Domus Novas; miniere di antimonio solforato a Villasalto, Perdas de Fogu, Escalaplanu; miniere di rame nei territori! di Arzana, di Baunei, di Bari sardo, di Massama; miniere di ferro nel monte situato fra Fluminimaggiore e Domus de Maria; di antracite e lignite presso i villaggi di Seui, Seulo, Perdas de Fogu e Villa-putzu, e presso Gonnesa.
Oltre di ciò sonvi diaspri, agate, calcedonia, ainetisti, filoni di blenda, minerali di nichelio e di cobalto, vene di manganese, pozzolana, varie specie di marmi, trachite porfirica, granito, pietra vulcanica per macine.
Miniere e loro prodotti. — L'industria più importante della provincia di Cagliari è quella delle miniere. Dotata di un sottosuolo ricchissimo di minerali, essa trasse a sè da tempi più remoti l'attenzione dei mineralogisti e degli speculatori ed attirò nell'isola capitali vistosi, dando lavoro a migliaia di operai.
Le prime esplorazioni e coltivazioni minerarie risalgono ai Fenicii, ai quali tennero dietro i Cartaginesi e i Romani; ma dalla caduta del basso Impero codesta industria rimase abbandonata sino al secolo decimo od undecime. Le coltivazioni furono allor ripigliate sotto i Pisani e i Genovesi sino al secolo XIV, poi di bel nuovo sotto gli Aragonesi, per ricader nuovamente con la scoperta dell'America. D'allora in poi sì può dire che le miniere sarde rimasero in abbandono quasi compiuto, e solo, colPunione della Sardegna al Piemonte, cominciarono a rianimarsi.
Nella provincia di Cagliari predominano le miniere di piombo e di zinco, e questi due minerali son quelli appunto che primeggiano nelle statistiche.
Nel 1871 si cominciò a scoprire anche del minerale argentifero, il che, com'era ben naturale, spinse gli speculatori a nuove attivissime esplorazioni, segnatamente nella regione del Sarrabus. I minerali argentiferi erano stati trovati anche dai Romani e non pochi degli antichi lavori pare mirassero alla loro ricerca, come attesta il nome di Argentiere, dato ab antico ad alcune plaghe dell'isola e la Zecca ad Iglesias sotto i Pisani, la quale traeva particolarmente l'argento dai mineiali delle miniere di monte Barlao. Niun monte in Sardegna porta al presente codesto nome; ma dalle indicazioni del Codice di Villa di Chiesa si deduce ch'esso era poco