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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna
   49
   la conserver, car dans le fond un roi est placé par Dieu pour gouverner Ics Etafs qu'il lui a donués, et pas de les changem camme une marchandise. Ce pays vous a donne des preuves de son attachement, et vous devez bien lui en ótre redevable „.
   Questo savio consiglio prevalse nell'animo del re, il quale avvisando con Carlo Felice che la Sardegna aveva salvata la dinastia serbandole la corona, dichiarò di non volerla cedere se non nel caso solo che se ne facesse questione per la restituzione del Piemonte. Questa risoluzione di Vittorio di voler conservar la Sardegna fu un gran benefizio per l'Italia, dacché con la cessione di quest'isola, il Mediterraneo sarebbe divenuto davvero un lago francese come disse Napoleone I e come sognano sempre i nostri vicini.
   Reintegrata la dinastia sabauda nei suoi Stati di terraferma, Carlo Felice non volle abbandonar subito l'isola per non apparir sconoscente e scortese verso i suoi abitanti, e vi rimase ancora per due anni in qualità di viceré.
   Nel 1821 Vittorio Emanuele 1 abdicò in favore del fratello, il quale spiegò il più vivo interesse per gli affari della Sardegna. Fra le altre cose Carlo Felice fondò il museo di Cagliari e la Società agraria, e fece dar mano alla costruzione di una grande strada rotabile, che attraversa l'isola da un'estremità all'altra.
   Il suo successore Carlo Alberto fece rilevare nel 1832 lo stato delle regioni feudali, e negli anni successivi rivocò dai baroni la giurisdizione civile e criminale, e il diritto di esigere servigi forzosi; riscattò variì feudi; sciolse quelli della Corona e quelli che per devoluzione o riscatto andavansi aggregando al regio Demanio,
   E qui cade in taglio toccar due parole dei celebri beni così detti adempriviìi. Ghiamavansi così i terreni soggetti ali'ademprivio vale a dire al diritto promiscuo di far legna, raccoglier le ghiande, la scorza, lo strame; di pascolare gli armenti, seminar frumento, estrarre calce, pietre e via dicendo. Dalla regia Carta del 26 febbraio 1839 son definiti gli ademprivi per l'esercizio dei diritti necessari! alla sussistenza individuale. Sono conseguenza del regime feudale già vigente in Sardegna e furono oggetto di disposizioni governative ch'ebbero in mira la loro cessazione, mediante compenso. Accollatosi il governo l'obbligo dì riscattare dai baroni i diritti feudali, le finanze dello Stato sborsarono lire 10,899,219.80.
   Molte altre riforme e migliorie furono compiute in Sardegna dal re Carlo Alberto e dal Parlamento dopo la promulgazione dello Statuto, e troppo lungo sarebbe numerarle; ma la Sardegna non arriverà alla sua rigenerazione economica ed a quella floridezza a cui ha diritto ed a cui fu destinata al paro delle altre isole e regioni italiane, se non col compiere quelle riforme di cui già abbiain trattato nel capitolo Colonizzazione e bonificazione della Sardegna, a cui rimandiamo 11 lettore.
   XIII.
   Lo stemma di Sardegna.
   Lo stemma dell'isola dì Sardegna è la croce rossa in campo bianco, quartierata con quattro teste di moro, bendate da una fascia bianca (fig. 6).
   Queste quattro teste di moro, ricordano un'epopea sarda, quale fu la scacciata della dominazione saracena dall'isola in quattro distinte battaglie combattutesi in altrettante epoche ed in ciascuna delle quali perì un re africano.
   9-2 — La Patria, voi. V.