Sardegna
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Solo noi 456 di C. la Sardegna fu strappata all'Impero romano da Genserico re dei Vandali; e quantunque ricuperala per qualche tempo da Marcelliano, ricadde tosto nelle mani dei Barbari, ai qual continuò ad esser soggetta sino alla caduta della monarchia valida la in Africa, quando Cirillo ripigliò possesso nel 534 di G., dell'isola per Giustiniano (Pkcjcop., B. V., ì, 6, ecc.).
Nel 551 fu di bel nuovo conquistata dal re goto, 'l'olila, dopo la cui morte fu ripresa da Narsete, e da quel tempo pare rimanesse una dipendenza dell'Impero bizantino sino ad un tardo periodo.
2. Storia moderna. — Troppo ci trarrebbe in lungo la storia moderna della Sardegna nelle sue particolarità e contante vicende; il perchè l'andremo qui condensando per sommi capi.
Verso il 1016, la Sardegna cadde quasi tutta in potere di Mugahid, emiro delle Baleari; fu poi riconquistata, nel 1022, dai Saraceni e dal 1052 dai Pisani dopo lunghi e sanguinosi combattimenti.
I Pisani posero al governo dell'isola quattro giudici: in Cagliari, Torres (Logu-doro), Gallura ed Arborea (donde i quattro cosidetti Giudicati), i quali, non solo appropriaronsi in breve un grande potere, ma se ne procacciarono anche l'eredità.
Coll'appoggio dei Genovesi venne fatto al giudice Barisone (Boruson) di Arborea, d'insignorirsi dell'intiera isola, la quale nel 1164 fu innalzata al grado di reame dall'imperatore Federico I.
Dopo molti scompigli intestini l'imperatore Federico li pose sul trono di Sardegna li suo figliuol naturale Enzio, nato nel 1225 a Palermo, il quale sposò, nel 1241, secondo il Muratori, Adelasia vedova e padrona dì porzione della Sardegna; conquistò qual luogotenente imperiale, nel 1239, una parte degli Stati della Chiesa; sconfisse il 3 maggio del 121-1 la squadra genovese, ma cadde nella battaglia di Fossalta del 26 maggio 1249, nelle inani dei Bolognesi, che lo tennero prigione per ben 22 anni, finche morì il 15 marzo 1272.
Dopo la cattura del re Enzio, i Pisani impadronironsi di bel nuovo della Sardegna nel 1250, ad eccezione di Arborea. Papa Bonifacio Vili si appropriò l'alta sovranità dell'isola e ne infeudò, nel 1296 in un con la Corsica, il re Giacomo III di Aragona; ma solo nel 1324 pervenne codesta casa al possesso incontrastato dell'isola, e solo nel 1386 di Arborea.
A breve andare la Sardegna ridivenne il teatro di molte sollevazioni e guerre civili devastatrici. La giudicessa Eleonora d'Arborea, figliuola di Mariano il Grande, giudice d'Arborea, governò il giudicalo dal 1383 al 1403, sostenne una guerra eroica contro gli Aragonesi e s'illustrò coll'elargizione del Codice denominato Carta de Logu, esteso nel 1421 da Alfonso di Aragona all'intiera isola (1).
Con Ferdinando il Cattolico ebbe fine l'amministrazione della Sardegna per mezzo dei principi indigeni, ed in lor vece sottentrarono viceré spaglinoli. L'isola appartenne alla Spagna sino alla celebre Guerra di Successione. In questa guerra essendosi i montanari di Gallura dichiarati in favore di Carlo d'Austria, una squadra inglese
(1) Le famose pergamène d'Arborea riguardanti la storia antica della Sardegna, pubblicate dal bibliotecario Martiai nel 1840, furono dimostrate false dal Jaffé e dal Dove, come vedremo sotto Oristano trattando di Eleonora di Arborea.