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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   48 l'arte Quinta — Italia Insulare
   La Sardegna fu quindi occupata da Menodoro, luogotenente di Sesto Pompeo, e fu una delle provincie assegnale a quest'ultimo dal trattato di Miseri» nel 39 av. 0., ma fu poi consegnala proditoriamente dallo stesso Menodoro ad Ottaviano.
   Mi fu probabilmente per qualche servigio reso in questa o iri altra occasione che cittadini di Caralis furono guiderdonati cori la concessione dei dirilt di cittadini romani, privilegio loro apparentemente conferito da Augusto (Caraliitiui cimmi Komanorum, Plin.,hi,7, s. 1,3). Era questa, a' tempi di Plinio, l'unica città privilegiata della Sardegna: benché una colonia romana si fosse stabilita nell'estremo settentrione in un luogo detto Turris JAhysonis (ora l'orto Torres).
   Due altre colonie furono stabilite nell'isola in un periodo posteriore (probabilmente sotto Adriano) una ad Usellis (ora lrsellus nel circondario d'Oristano), l'altra a Comus nello stesso circondario di Oristano (Zoirr., De Col., p. 410).
   Sotto l'Impero romano poco apprendiamo della Sardegna, la quale continuo ad esser rinomata principalmente per la sua somministrazione abbondante di grano e per l'estrema insalubrità del suo clima. In giunta a quest'ultimo svantaggio, essa ebbe a soffrir grandemente, come fu detto più sopra, per le perpetue irruzioni delle selvatiche tribù montane, di cui i governatori romani non riuscirono a reprimere le ruberie.
   Per rintuzzare la loro audacia fu risoluto nel regno di Tiberio che 4000 liberti Egizii e Giudei, di buona età, si portassero in Sardegna a spegner ladri, e, morendo in quell'aria pessima, poco danno » (Tac., Ann., n, 85, trad. Davanzati).
   Nulla sappiamo della riuscita di quest'esperimento, ma ci parrebbe che tutti gli abitanti dell'isola fossero sottomessi a grado a grado al governo di Roma, posciachè oggi ancora anche i montanari più rozzi dell'interno parlano un dialetto di origine prettamente Ialina (La Varmora, Voy. en Sard., voi. i, pp. 198, 202).
   E chiaro altresì dal numero delle strade recate dagli Itinerari! del pari che dagli avanzi di esse tuttora esistenti e dalle rovine degli acquedotti e di altri antichi edilizi, che l'isola dovette godere di un alto grado di prosperità sotto l'Impero romano e che furon fatti tentativi reiterati per migliorarla. Nell'istesso tempo essa fu scelta di frequente qual luogo di relegazione e di esilio pei delinquenti politici e per gli ottimali che davano ombra agli imperatori (Tao., Ann-^xiv, G2, ecc.; Marziale, vili, 32).
   La sua grande importanza per Roma sino all'ultimo periodo dell'Impero, come uno dei granai principali, è attestata da molti scrittori, per forma che quando fu occupata da ultimo dai Vandali, parve, al dire di uno scrittore contemporaneo, come se fosse stata recisa l'arteria maestra di Roma (Prudent., Ad/c. Symach., n, 912; Salvian., De Provid., vi).
   Durante la maggior parte dell'Impero romano la Sardegna continuò ad essere unita alla Corsica in una sola provincia: era una di quelle assegnate al Senato nella divisione sotto Augusto (I)ion. Cass., i, 3, 12); essa stava perciò sotto il governo di un magistrato detto proconsole; ina occasionalmente l'imperatore v'inviava un governatore speciale per reprimere i ladroni natii.
   Dopo il tempo di Costantino la Sardegna e la Corsica formarono due provincie separate, con ciascuna il governatore suo proprio, che portava il titolo di Praeses o preside, e dipendeva dal Vicarius urbis lìomae.