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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna 47
   il console Tib. Sempronio Gracco fu invialo espressamente in Sardegna a capitanare la guerra.
   Egli sconfìsse con gravi perdile gli insorti e proseguì la vittoria con tanto ardore che pose a fil di spada o fece prigionieri non men di 80,000 persone (Liv,, xl, 19, 34, ecc.). 11 numero dei prigionieri, condotti in quest'occasione a Roma, fu così grande che vuoisi desse origine al dettato Sardis venale$ per significar cosa deprezzata e a vii mercato ( Vici, Vir. III., 65).
   Un altro serio scoppio insurrezionale avvenne in Sardegna nel 114 av. G., a reprimere il quale fu inviato proconsole in Sardegna M. Gecilio Metello, che, dopo due anni di guerra incessante, riportò un trionfo, prova non dubbia del carattere formidabile dell'insurrezione (Eutrop., iv, 25).
   È questa l'ultima volta che leggiamo di una guerra importante in Sardegna, ma anche al tempo di Strabene i montanari costumavano saccheggiare gli abitanti dei distretti più fertili, e i pretori romani si sforzavano indarno di reprimere le loro depredazioni (Strab., v, p, 225).
   L'amministrazione della provincia fu, durante il periodo della Repubblica, affidata ad un pretore o propretore. 11 suo sistema generale era identico a quello delle altre Provincie ; ma la Sardegna era in certi rispetti una delle men favorite di tutte. Al tempo di Cicerone (Pro Scaur., § 44) non conteneva una sola città libera od alleata (civitas foederata): l'intiera provincia era considerata come paese di conquista e quindi gli abitanti in tutti i casi pagavano la decima parte delle loro granaglie in natura, e uno stipendiim o contribuzione annuale in danaro (Cic., Pro Baiò,, 18; Liv., sxiii, 41).
   Per la grande fertilità dell'isola in granaglie, la prima contribuzione divenne uno dei proventi principali dello Stato romano, e prima del termine della repubblica, noi troviamo la Sardegna, la Sicilia e l'Africa ricordate quali irta frumentaria subsidia reipublicae (Cic., Pro Lcge Manilio, 12; Varr., R. II., u, Pr., § 3; Valerio Massimo altresì le qualifica benignissimae urbis nostra e. nutrices, vii, 6, § 1).
   Per tal ragione, non appena Pompeo fu preposto al comando contro i pirati, una delle sue prime cure fu quella di proteggere le coste di queste tre provincie.
   Fra le persone cospicue, che coprirono in varii tempi l'ufficio di pretore o propretore in Sardegna voglionsi ricordare Catone il Vecchio, nel 198 av. G.; Q. Antonio Balbo, che fu preposto da Mario al governo dell'isola, ma fu sconfitto ed ucciso da L. Filippo, legato di Siila, nell'82 av. C. ; M. Azio Balbo, nonno d'Augusto, che fu pretore nel 62 av. C., che coniò una medaglia con la testa di Sardus Pater, notevole come la sola appartenente o connessa all'isola; e finalmente M. Emilio Scauro, che fu pretore nel 53 av. C., ed accusato dai Sardi di oppressione e peculato nel suo governo, ma fu difeso da Cicerone in un'orazione di cui rimangono ancora frammenti, che spargono molta luce sulla condizione e l'amministrazione della Sardegna (Cic., Pro Scaur., ediz. Creili; Asco.v., In Scaur.).
   Nel 46 av. G., l'isola fu visitata da Cesare al suo riforno dall'Africa e furono puniti aspramente i Sulcitani per l'aiuto prestato a Nasidio, ammiraglio di Pompeo. I cittadini di Caralis al contrario avevano dato prova del loro zelo per la causa di Cesare, cacciando M. Cotta ch'era stato lasciato da Pompeo al governo dell'isola (Ces., B. C., i, 30).