Sardegna
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Ozieri-Tirso, chilometri 70; Gairo-Taquixara-Arbatax, chilom. G2; Mandas-Nurri, chilom. 25, inaugurati il 1° aprile 1893: in totale 543 chilometri, con pendenze del 30 °/00 e curve di 80° di raggio.
E tuttora in costruzione il tronco Nurri-Taquixara, che s'inaugurerà nel 1894 e che completa la linea Mandas-Arbatax.
L'intiera rete ferroviaria sarda è ora di 948 chilometri e sarà presto aumentata di 24 chilometri, in corso di lavoro.
Il 2 settembre del 1893 è stato inaugurato il traniway a vapore del Campidano, costruito per cura dell'egregio industriale cav. Luigi Morello, deputato al Parlamento. Questo tramway passa per Pauli, Pini, Selargius e Quartucciu; la sua stazione principale è a Quartu Sant'Elena. Immensi benefìci ne risente quella zona vinifera di tale celere ed economico mezzo di trasporto.
XI.
Colonizzazione e bonificazione della Sardegna.
Scrittori e viaggiatori, scriveva non ha guari il signor Santangelo-Spoto Ignazio nella I'assegna Nazionale di Firenze, scienziati e pratici cittadini politici ed uomini insigni, ed in ispecie Alberto LaMarmora, Carlo Cattaneo, l'onorevole Francesco Salari! ed Eugenio Boyl, più volte hanno alzato la voce, più volte hanno voluto svegliare il Governo e chiamarlo davvero a serii e liberali provvedimenti, in favore delle popolazioni agricole sarde. Essi hanno nobilmente dimostrato che la Sardegna sia appunto quella regione italiana, in cui, per migliorare le sorti della agricoltura, è necessario l'intervento del Governo „.
E il Governo infatti intervenne, ordinando un'Inchiesta agraria in Sardegna per mezzo di una Commissione (1) presieduta dal deputato comm. Francesco Salaris, la quale conchiuse però nella sua relazione che la Sardegna non è colonizzabile e non devasi colonizzare.
Già una Compagnia francese, che intitolavasi da Vittorio Emanitele, aveva piantato uno stabilimento colonizzatore in mezzo ai territorh di Sanimi, dì San Gavino, di Villacidro e di Samassi, ina i risultati erano riusciti sfavorevoli e ciò influì per avventura sulla conclusione negativa AaW Inchiesta suddetta.
Lo spopolamento, e conseguentemente la mancanza di braccia all'agricoltura, non fu e non è colpa dei Sardi, sì delle devastazioni incessanti e delle vicende disastrose, che funestarono l'isola sino alla metà del nostro secolo.
Lo stato della proprietà in Sardegna si presenta in condizioni triste e lagrime-voli per più cause, fra cui primeggiano le tre seguenti: l'eccessivo frazionamento, la preponderanza del Demanio e dei Comuni nella possidenza e le imposto esorbitanti.
Il frazionamento eccessivo della proprietà ha impedito l'accumularsi dei capitali e lo svolgersi progressivo della ricchezza pubblica. Sotto il titolo di terreni demaniali ademprivili e salti-comunali, il Demanio e i Comuni dell'isola possiedono poco
(1) La Commissione era composta rlei seguenti: On. 1'. Ghiani-Maiueli, Alessandro Rivera-lìieci, dott. Giuseppe Bertarione, prof. M. Coppola, dott. Emilio Potznln, dott.. Luigi Intimi, dott. Guido Becciani e rev. Martino D. Gaudio.