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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna 37
   romani gli attrezzi campestri, l'aratro, il mulino da grano e sino agli strumenti musicali, al canto e alle danze virili dei montanari del Gennargentu.
   E forse deve ripetersi dal sistema romano de' latifondi e degli schiavi agricoli
   10 spopolamento dell'isola, non rifornita, ma anzi condotta a più compiuta devastazione dalle invasioni straniere.
   Gli agricoltori, dispersi per le nude campagne raso d'alberi e torrefatte dal sole, si vennero raccogliendo di preferenza nei Campiilani, che i Sardi così chiamano le loro fertili pianure; tra le quali tiene il primo luogo quella vastissima, che stendesi da Cagliari ad Oristano,
   I pastori invece si accamparono più volontieri alla montagna: armigeri, astiosi contro le invadenti colture e superbi di una quasi barbarica lealtà di astii e di odii ereditarli. Anche tra contadini però sopravvivono molte consuetudini o quasi diremmo istinti della vita pastorale: facilmente vagano lontano da casa, cavalcano a lungo e oltre la necessità, invece di rizzare le cascine alla campagna, ogni sera tornano quasi direbbesi all'ovile, riducendosi nei borghi e ne1 grossi villaggi lontani spesso assai miglia dai loro terreni.
   Non è però da dimenticare che due (plinti della superficie dell'isola appartengono al Demanio e due altri quinti ai Comuni; onde la proprietà privata può dirsi un'eccezione, e l'uso comune e promiscuo della terra, messo in alto dal vago pascolo, non sono in Sardegna soltanto un fatto, masi hanno a considerare come
   11 diritto normale e la forma originaria della costituzione economica.
   Non si creda che il Sardo inetta mano facilmente al gì uzzolo. Egli serba la più dura parsimonia; vive, abita, veste col lavoro delle sue mani: le sue donne gli filano e gli tessono in casa di che coprirsi; e, s'egli cala al mercato, non è per comperare, ma per vendere e imborsare „ (l).
   IX.
   Aspetto, origine, lingua e costumi dei Sardi
   i
   Dal gran numero di supposti che furono fatti sull'origine degli antichi Sardi, scrive Eliseo Reclus, quello che par meglio rispondere all'apparenza tisica degli odierni isolani li rannette al gruppo degli Iberi, ma storicamente sono Autoctoni od Aborigeni.
   Sono in generale di statura piccola, ma hanno il corpo svelto e ben proporzionato, saldi i muscoli, capelli e barba sempre neri, copiosi e persistenti sino alla decrepilezza. Graziosi e robusti del pari Sardi delle due provincia, Cagliari e Sassari, si differenziano un colai po' pei lineamenti, quelli del nord hanno per solito la faccia piii ovale e il naso più aquilino, mentre quelli dei dintorni di Cagliari, più misti per avventura, hanno i lineamenti men regolari e zigomi assai rilevati;
   (1) Chi fosse vago di saper più oltre intorno gli abitanti della Sardegna, consulti l'opera già citata Dei costumi dell'Isola di Sardegna del P. Antonio Bresciani, il quale tratta ampiamente Dell'ospitalità dei Sardi; Del vestire dei Sardi ; Del vestilo Muliebre; Della cita pastorale ed altre usanze domestiche dei Sardi; Di molle usanze patriarcali dei Sardi; Delle usanze maritali dei Sardi ; Delle usanze funerali, ecc.
   90 — IjLij I»a Iria, voi. V,