36 l'arte Quinta — Italia Insulare
Scrivi poi alcuni venti periodici, come il marino, detto imbatto dai Sardi, che si leva per solito verso le 10 antimeridiane por poi languire e cessare sul far della sera; e il vento di terra, che spira (piando cessa il marino e dura tutta la notte: ambedue sono desiderati perchè temperano gli ardori del sole.
Le pioggie incominciano per solito verso la fine di ottobre e cosi impetuose alle volte, che fanno in breve straripare ì torrenti. Secondo le condizioni locali in alcuni luoghi piove di rado e in altri sovente.
Solo sulle alte montagne centrali nevica dalla fine del settembre, men nel mezzodì, che nel settentrione; ma la neve non dura a lungo; si alza per solito ad oltre un metro e in certi luoghi, ove l'addensa il vento, a cinque e più metri.
Non infrequenti le nebbie nelle pianure e neller. valli e copiosissime le rugiade nei bassi piani, ove, in mancanza di pioggia, alimentano la vegetazione; formasi però talvolta la brina perniciosissima alla fioritura delle piante.
Per le esalazioni principalmente delle acque stagnanti, imputridite dai vegetali e dagli animali che vi marciscono, e quindi per l'azione solare, l'umido notturno, il vario spirar dei venti, le cattive, spesso limacciose, acque potabili e per varie allre cause, sviluppasi, in varie parti della Sardegna, una malattia detta intemperie o ealentnra (febbre) dagli isolani Si presenta con tipo periodico, rna assume assai spesso il carattere di perniciosa; e non è propria soltanto della Sardegna, ma uguale a quella che sviluppasi nell'Agro romano, nelle Maremme toscane e nelle isole Baleari.
Scoppia nel luglio e dura per ordinario siniche le pioggie autunnali purifichino l'aria, ma 'protraesi tal fiata, benché men micidiale, sino a tutto il dicembre.
Bassi e paludosi sono generalmente i luoghi infestati e tali sono le campagne fra Capoterra e gli stagni di Cagliari ; le pianure dì Pula ; quelle di Teulada, di Flamini Maggiore; Porto Palmas, i dintorni di Porto Scuso e Porto Paglia; le adiacenze di Oristano (di cui suol dirsi proverbialmente Oristano la cappa in mano)-, le spiaggie di Tortoli, di Muravéra, di Carbonara; il Campidano di Samassi; le vicinanze dello stagno di Sanluri, ora bonificato; il Campidano d'Ales; il Campo di Sant'Anna; i territorii di Ghilarza e del cosidetto Muso di Trexenta; la costa di Sorso e di Lungosardo. incominciando dalla foce del Coghinas; le adiacenze del golfo di Orsachena; Terranova, Orosei, Siniscola; rcampi d'Ozi eri, Lazzaro. Mela; i dintorni del Perfugas; l'Olniedo, Putifigari, la regia Tanca, Padria, Oschiri, Mentis, ecc. Tutti codesti luoghi formano la sesta parte dell'isola.
Quanto poi ai Sardi, ecco quel che ne scrisse col suo solito brio l'illustre Cesare Correnti:
i, Il Sardo è degno di esser membro della famiglia italiana; e noi non crediamo d'ingannarvi promettendovene ogni bene. Occhio vivace, parola pronta e ardente, ingegno frizzante e aguzzo, coraggio e pertinacia isolana sembrano essere le qualità di questo popolo, nel quale il sangue romano è mescolato a qualche goccia di sangue africano e spagnuolo.
Esso conserva con amoroso orgoglio i costumi antichi anche nel? vestire e nel favellare: nessun dialetto, neppure il romanesco, ritrae più del latino antico che i due dialetti di Sardegna; latina l'eufonia, latino il genio, austero e spesso latino il pensiero. Così affatto romano è il carro che anche oggidì usano gli agricoltori,