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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna
   81
   Fabbricasi pochissimo burro in Sardegna e solo nei monti del Marghine, e i migliori formaggi forti e piccanti, se riscaldati, son quelli di Sindia, Oschiri e Macomer e Sinnai, Laconi, Gadoni nel Campidano di Cagliari.
   Le pecore danno ruvide lane, che lavoransi per uso domestico nelle famiglie. 11 porco indomito nei boschi tiene assai del cinghiale; di minor pregio è il domestico e nella Nurra ve n'ha un specie solipede, vale a dire con unghia non fessa.
   VIIL
   Climatologia, meteorologia, morbi e abitanti della Sardegna.
   11 clima della Sardegna è temperato, come in generale quello delle isole, ma variante naturalmente secondo l'elevazione del suolo ed altre circostanze locali.
   Nei luoghi piani presso il mare non v'ha quasi inverno e non si contano per così dire che tre stagioni: la primavera che incomincia dal novembre, l'estate dal maggio, l'autunno dal settembre; nei luoghi montuosi o lontani dal mare distin-guonsi le quattro stagioni, ma di durata disuguale.
   Nelle regioni prossime al mare la temperatura più comune nell'inverno è di + 10° del centigr. ; nella primavera e nell'autunno di + l°; nell'estate di 4 2Sr e di rado sale sino a + 35. Entro terra e fra i monti il termometro scende, nel verno, presso a 0; nella primavera e nell'autunno sale a + 0; nell'estate a + 19° e durante i freddi più intensi scende raramente a —9°; ma intollerabile è il freddo accompagnato dal vento.
   Nella regioni montuose l'aria generalmenle è buona; insalubri per contro sono le regioni basse e piane ove le acque stagnanti fermentano nell'estate e maggiormente dove la ventilazione è impedita. Per altro, anche in que'luoghi cessa la malaria quando per le grosse pioggie autunnali, i rivi e i torrenti ripigliano il loro corso, ovvero cessa, pel calore diminuito, la fermentazione mefitica nelle terre paludose.
   I venti predominanti sono: maestro, ponente-maestro, maestro-tramontana, greco-tramontana, levante e scirocco.
   Più frequente e più violento di tutti è il maestro, creduto salubre come quello che è fresco, secco e dissipator di miasmi. 11 levante spira più di frequente che altrove sulla costa est dell'isola, ove è fresco anzichenò, ma umido.
   Maligno per la sua umidità è lo scirocco; quando esso spira, il selciato e le ardesie ne rimangono bagnati come dopo la pioggia.
   La tramontana soffia assai raramente nell'estate e non guari spesso nelle altre stagioni ed è desiderata come quella che rasserena. Il greco-levante non si addentra che in alcune parti scoperte dell'isola, ma è temuto dai naviganti nei paraggi delle spiaggie orientali.
   II ponente tira di rado, ma lungo la costa occidentale sconvolge il mare che vi arreca perciò non lievi danni.
   Come il ponente, il libeccio si sente poco nelle regioni al riparo delle montagne, ma la sua violenza lungo le spiaggie esposte rende pericolosa la navigazione.
   Il vento di mezzogiorno, od ostro, coll'umidità e la violenza che talor lo accompagnano, massimamente dopo le lunghe accalmie del solstizio invernale, produce gravi danni, ma è meno frequente degli altri venti.