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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 l'arte Quinta — Italia Insulare
   Il mufflane (Ovis Amman) prementovato, con corna in larghe volute, abita in torme selvatiche i monti; anche la capra della Tavolara ha corna enormi; ma il cervo, il daino, il cinghiale sono piccoli. Oltre a varii avoltoi ed aquile v'è la gallina sultana, il pellicano, l'airone, e, nell'ottobre, migliaia di cigni e di altri uccelli acquatici diguazzan nelle lagune e negli stagni o peschiere; ma l'ospite più singolare ò il fiammante (l'ìioenicojiterus ruher) che arriva, in agosto, iri folte squadre triangolari dall'Africa e raccoglie le ali purpuree nello stagno di Cagliari.
   Diverse testuggini; due specie di foche; la pinna marina della cui seta si fabbricano guanti; pesci squisiti segnatamente nei fondi granitici e nelle acque limpide del golfo di Bonifacio,
   La pesca delle sardelle e delle acciughe è nelle mani dei Genovesi e dei Siciliani, come quella del corallo, a cui pigliano anche parte i coloni genovesi di San Pietro e i catalani d'Alghero e più ancora i pescatori toscani e napoletani.
   Rilevantissima è poi la pesca del tonno e basti dire che ogni anno esportansi in media dalla Sardegna 292,U00 chilogrammi di tonno e 50,000 di tonnina. La maggior pesca si fa lungo la costa occidentale, nel bacino che stendesi fra il Sulcis e le isole di San Pietro e Sant'Antioco.
   I banchi principali di corallo giacciono intorno all'isola di San Pietro (nelle cosi dette secche dello Spalmatore, del Corno, della Burrona, della Iiiboa), nelle vicinanze del golfo di Palma (secche dì capo Sperone, del Toro, del capo Teulada), nelle vicinanze del capo Carbonara (secche dell'/sofo dei Cavoli e di Fortezza Vecchia), di rimpetto a C.astelsardo e tutt'all'ingiro al golfo dell'Asinara (secche di capo Testa, dpll'fwfà Rossa, di Castelsardo, di Tramlucato, dello Scorno, del mar di Fuori) e di fronte al golfo di Oristano (secche del Catalano, e del Mal di Ventre).
   La pesca del corallo è fatta quasi esclusivamente dagli abitanti d'Alghero e di Carloforle. Vi partecipano però molti Napoletani, massime di Torre del Greco. Raccolgono annualmente nelle secche sarde da 2000 a 2200 chilogrammi di corallo rosso e roseo.
   Estinte le razze antiche di cavalli a Paulilatino, a Mores, a monte Minerva, questa nobil parte della pastorizia è scaduta. Tuttavia il cavallo sardo, di razza spagnuola e araba, e sobrio, durevole, di piede solidissimo e regge al galoppo anche nelle più aspre discese. I cavallini, detti puddeccus, di sangue arabo, ottimi per cavalleggeri, son comperati dai Francesi per servirsene in Algeria. I più piccoli e degeneri, detti achette, sono di una statura di un po' più di un metro e non v'ha quasi contadino sì povero che non ne possegga.
   I bovi semi-selvaggi, senza stalle, alla pioggia, al vento, al sole, al pascolo avventizio, guidansi con briglia attorcigliata all'orecchio e costringonsi a tirar con la testa in una maniera dolorosa e molesta che accresce la loro ferocia naturale. In quel di Bonorva s'insellano e si cavalcano.
   Le vacche, quasi selvatiche anch'esse, dei pabarili (terreni a pascolo) danno appena latte pei loro vitelli, e una famiglia ne possiede tal fiata un gran numero senza che si possa dir ricca. Da molti anni è avviato un commercio attivo di bovini con la Francia, che imbarcansi a Porto Torres e srnerciansi principalmente a Marsiglia, commercio, che per gli attriti commerciali delle due nazioni è ormai paralizzato.