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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna
   23
   Rame. — Fin dal medio evo fu avvertita l'esistenza del rame nei giacimenti metalliferi dell'isola e trovasi in molti luoghi del centro; i tentativi fatti per estrarlo però non ebbero sinora risultati rimuneratori.
   Antimonio, — Presso Villasalto, nel circondario di Lanusei, trovasi in copia antimonio solforato, in vene irregolari, intercalato agli scisti siluriani. Se ne estrassero nel 1891 tonnellate 360 del valore di L. 170,000.
   Combustibili minerali. — Le ligniti occupano un ampio territorio presso Gonnesa, nelle località Is Nuraghis, Terras de Collii, Bacu Abis. Nel bacino di Gonnesa alcune miniere diedero circa 2000 tonnellate annue di lignite. — L'antracite si incontra nei terreni carboniferi presso i villaggi di Seui e Perdas de Fogu. — La grafite finalmente fu rinvenuta in parecchi luoghi come nel Sarrabus, a Teulada, ecc.
   I centri principali dell'industria mineraria in Sardegna si possono ridurre a cinque:
   1° Jglesias, che imbarca i suoi minerali (tranne quelli di Montevecchio) nelle spiaggie di ponente dirimpetto a Carloforte; la Società delle miniere di Monteponi ha costruito, pel trasporto dei suoi minerali, una ferrovia di 21 chilometri a traverso i monti del suddetto bacino lignitifero di Gonnesa, ferrovia che da Gonnesa va a Porto Vesme, a sud di Portoscuso e serve anche ad altre miniere.
   2° Cagliari, che riceve i minerali di Montevecchio, i piombi fusi a Donmsnovas e il ferro di San Leone, che imbarcasi alla Maddalena a sud del golfo.
   3° Il Sarrabus, che imbarca suoi minerali alla foce del Flumendosa.
   4° Lula, elio si serve delle spiaggie di Orosei a est.
   5° La Narra, che trasporta il minerale dell'Argentiera a Porto Conte presso Alghero.
   VI.
   Antichità della Sardegna: Monoliti e Nuraghi.
   Che la Sardegna fosse abitata da tempi remotissimi è attestato da molti monumenti misteriosi tuttora esistenti, vale a dire dalle cosidette Pietre fitte o Pietre memoriali, e sopratutto dai famosi Nuraghi, di cui terreni qui ora breve discorso.
   Delle prime è notevole la Perda lunga ch'ò fitta in terra con due altre laterali nel distretto di Marnojada; altre tre in vicinanza di Formi chiamatisi Perdas fittas dai contadini; altra pietra rizzata è quella dei dintorni di Ales (in provincia di Cagliari, circondario d'Oristano) detta dagli abitanti sa Perda de Lucia r aio sa ; e questa Lucia era, chi noi sapesse, una fata, la quale, al dire di quella gente credulona, adoperava codesta pietra per infornare il pane; un'altra pietra ritta a Noragugume (nella stessa provincia e circondario) e sulla sponda destra del Tirso, chiamasi Giorgia-raiosa dal nome di un'altra fata.
   Si rinvengono di siffatte pietre memoriali anche in altri punti dell'isola e non così poche che ci lascino dubitare esser elleno pietre di tìtolo, di testimonio e di memoria. Codeste pietre furono piantate da popoli antichissimi, proprio diritto in terra, osserva il P. Bresciani, che dimorò lunga pezza in Sardegna, senza imbasamento d'altri macigni, nè vi fu pericolo che si confondessero con altri sassi e restano ancora oggidì intatte a monumento di fatti avvenuti forse trenta e più secoli addietro „ (Op. cit., p. 180).