Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (23/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (23/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Sardegna
   19
   mare l'arenaria quaternaria, lasciò laghi salati e cambiò in deserti arenosi le già sì animate profondità del mare. In contrapposto a questo assurgere incessante delle regioni mediterranee, le coste settentrionali dell'Europa si vanno più e più sempre e impercettibilmente al tutto inabissando sotto lo specchio del mare.
   In ambedue questi movimenti continentali noi vediamo ancora davanti ai nostri occhi in attività una di quelle grandi e multiformi rivoluzioni geologiche del globo, il cui corso mutabile abbiam proseguito pur ora succintamente nell'isola di Sardegna. La quale, non subitamente e come di getto, è divenuta geologicamente quello eh'è ora; ma come tutti gli altri paesi, ella ha dietro a sò un'istoria infinitamente lunga di sviluppo, in cui ora fu un gran continente, ora il fondo inesplorabile dell'abisso del mare, ora il teatro di violenti eruzioni vulcaniche, finche divenne la nutrice pacifica di ricche vegetazioni, d'innumerevoli animali e finalmente di umane culture.
   Ma in tutti i tempi la Sardegna e ìa Corsica si sono sviluppate indipendentemente dal continente italiano, cotalchè queste due grandi isole rannettonsi, nella loro struttura geologica, assai più alle Alpi occidentali, che al giovane Apennino.
   V.
   Mineralogia e Miniere della Sardegna.
   Intorno alle ricche miniere della Sardegna, oltre le notizie antiche, noi possediamo importanti relazioni ufficiali, come sono quelle di Eugenio Marchese (1), di
   (1) Cenno sulle ricchezze minerali dell'isola dì Sardegna, 1861. — Quintino Sella in SardegnA (Torino, Roux, 1893), dalla quale togliamo i seguenti particolari sulla missione scieritifico-mmeraria in Sardegna del Solla:
   « Nel 1869 la Camera dei deputati nominò una Commissione d'inchiesta per istudiare le condi zioni della Sardegna: ne fece parte il Sella, il quale appena giunto nell'isola, fu richiamato da un lutto domestico sul continente. Incaricato in modo speciale dell'inchiesta mineraria, volle compierla da solo e presentò la Relazione nel 1871 mentre era ministra delle finanze.
   Egli percorse la Sardegna in 18 giorni eoll'itinerario prestabilito, a cui non venne mai meno, di visitare le regioni minerarie dell'isola, vale a dire, Iglesias, Fluminimaggiore, Montevecchio, Oristano, Sassari, la Nurra, la Gallura, il monte Liinhara, Ozieri, Correboi, il monte Gennargentu, Lanusei, Tertenia, il Sarrabus e il passo dei Sette Fratelli sino a Cagliari.
   Il Sella non aveva con sè nè segretario, nè coadiutori e servitori che lo precedessero e lo accompagnassero col solito fasto e dispendio; gli fu solo compagno l'amico, il precitato ing. Marchese, che conosceva sin dal 1859 per lunga dimora la Sardegna e le sue miniere.
   I due scienziati compirono quasi tutto il viaggio a cavallo, per istrade o, a meglio dire, sentieri disagevoli. Uso ad alzarsi di buon'ora ed agguerrito contro le intemperie, le privazioni e le fatiche, il Sella si fermava con ferrea instancabilita su pe' monti, lungo i torrenti, nelle valli mentre il sole cocente lo sferzava, ad osservare a martellare i vari strati di terreno ed introducevasi nelle cupe eri umide spelonche col cappello e con la lanterna del minatore.
   Per affrettare il giorno che la Sardegna non sia più per la maggior parte degli Italiani una semplice espressione geografica è da augurare che qualche editore pubblichi la Relazione Parlamentare del Sella sulla Sardegna, col relativo atlante. Costui farebbe opera patriottica innalzando un monumento all'illustre Biellese e invoglierebbe i giovani studiosi a visitare scientificamente le regioni minerarie, i lavori sotterranei, che costituiscono la parte caratteristica dell'isola ed una delle sorgenti di ricchezza del Regno.
   Sarebbe anche tempo che i consiglieri della Corona affrettassero il viaggio del sovrano in Sardegna di cui corse voce, non ha guari. Sono trascorsi, oggimai, 15 anni di regno durante i quali i guazzabugli politici, parlamentari e finanziari hanno impedito ad Umberto Idi visitare una gemma antica della sua Corona ».