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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Trapani
   Odi
   Orografia. — Come tutta quasi la Sicilia, il territorio della provincia di Trapani è montuoso in gran parte, ed i suoi monti appartengono a due catene delle quali una è situata al contine settentrionale e l'altra nel centro. Codesti monti altro non sono che un prolungamento dei Nebrodi, clic, ripiegandosi, da nord a sud, a mezzodì di Palermo, ripigliano poco stante la loro direzione da èst a ovest; i settentrionali terminano colla spiaggia tra Castellammare e Monte San Giuliano, e quei del centro, digradando del continuo, vanno a terminare al monte Erico vicino a Trapani. Questa catena ha un'altezza variante dai 700 ai 1100 metri. Da essa al monte Poliso, a sud-ovest di Calatafluii, spiccasi una diramazione assai estesa ed alta, che va direttamente a finire a nord a capo San Vito, staccandosene a nord-ovest il monte Elice o di San Giuliano.
   I monti più eccelsi sono i seguenti: Sparagio (1109 in.), 1 ìlice (10G4 in.), Speziale (920 m.), l'asso ili Lupo (SG1 ni.), San Giuliano (751 ni.), Grande (750 ni.), l'olizo (713 in.), Cofano (655 ni.), Burnititi (G29 rn.), Scoraci (610 ni.), Limano (172 ni.), Fencslrclle (663 m.), Bonifalo (825 m.), l'ietroso (530 in.). Le pianure si estendono verso le coste di Marsala e di Mazzara del \ allo e si compongono di un suolo sabbioso e calcareo conchiglifero.
   Idrografia. — Per la conformazione montagnosa del suolo, e la sua poca estensione, i corsi d'acqua della provincia di Trapani sono in gran parte di natura torrenziale e con poco sviluppo.
   II fiume principale è il Belice, di cui abbiamo discorso nell'Introduzione e sotto la provincia di Girgenti, E formato dal Eolico destro e dal Belice sinistro, che si uniscono a sud di Partaima e scaricatisi, a est di Porto Palo, nel mar di Sicilia od Africano, dopo avere formato il confine fra le due provincie di Trapani e di Girgenti.
   Il Cluverio e dopo di lui altri geografi confusero il Belice destro (lli/psas seli-nuntino) col CrinusM in vicinanza di Segesta, celebre nell'istoria per la grande battaglia combattuta, nel 339 av. C., sulle sue sponde, in cui Timoleone, con soli 11,000 uomini, parte siracusani e parte mercenarii, sconfisse totalmente 70,000 Cartaginesi (Pi,ut., Timola 25-29). Causa 11011 ultima del loro scompiglio fu il Crimiso, ingrossato dalle pioggie; e non pertanto il suo nome non rinviensi in alcuno dei geografi antichi, e l'unico cenno sulla sua situazione ci è somministrato dalle favole che la connettono alla città di Segesta. Secondo la leggenda vigente fra i Greci, Egeste U'Aceste di Virgilio), il fondatore e l'eroe eponimo di Egesta, era figliuolo di una donna troiana e del Dio tluviale Crimiso, che coabitava con essa in forma di cane :
   Troia Criitiso coiicejjtitm /ìumine mater Quelli gciiuit.
   De la troiana Egesta e di Criniso Fiume onorato figlio.
   Viro., Emide, v, 38.
   Per siffatta cagione il fiume Crimiso continuò ad essere adoralo dai Segestani e la sua effigie canina era improntata sulle loro monete. Anche Dionisio (1, 52) parla distintamente dei Troiani sotto Elinio ed Egesto, come stabiliti nel territorio dei Sicani intorno al fiume Crimiso ; par quindi certo che codesto celebre fiume abbiasi a cercare in vicinanza, od almeno nel territorio di Segesta, ed è probabile che il Fazello (De Bel. Sic., vii, pag. 299) si apponesse al vero, identificandolo col fiume che chiamasi ora fiume di San Bartolommeo o fiume Freddo, il quale scorre circa
   7G — La I'atria, voi. V.