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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia rii Trapani
   590
   La più settentrionale e la più piccola del gruppo, quasi dirimpetto a Trapani è ¦quella detla da Tolomeo Bhorbantia, ma identica probaliilmenle alla Bucinila di Plinio e che ha ora nome Lèvanzo.
   Codeste isole conservano una storica celebrità dalla grande vittoria navale di fi. Lutazio Catulo sui Cartaginesi nel 241 av. G., la quale pose fine alla prima Guerra Punica. Prima della battaglia, l'ammiraglio cartaginese Aimone si era appostato presso l'isola di Ifiora per approfittare del vento e correre a golfo lanciato a Trapani per liberare l'eserciio d'Amilcare Barca bloccato sul monte Erice; ma fu intercettalo da Catulo e costretto ad accettar battaglia in condizioni sfavorevoli. Ne segui la sconfitta compiuti della squadra cartaginese, della quale 50 legni furono all'ondati e 70 catturali con 10.000 prigionieri.
   Molti scrittori supposero che l'isola di Egusa, o Fa vignami, sia quella descritla da Omero nell'Oi/Awa (ix, 110) come opposta al paese dei Ciclopi e copiosa di capre selvatiche. Ma tulli ì tentativi siffatti, per identificare 1 luoghi descritti rielle peregrinazioni d'Ulisse, sono assolutamente inani. Recentemente Butler approssima quei luoghi nella spiaggia di Trapani.
   Fra tutte le isolette che si trovano nello Stagnone di Marsala, la più rinomala lidi istoria antica è quella piccola d, San Pantaleo, situata proprio al centro dello Stagnone medesimo, discosta un po' più di un chilometro (sex stadia) dalla Sicilia, a cui era collegata da una diga artificiale (Diod., xiv, 48). Sorgeva su quest'isola l'antichissima città di Mw5*i, Molle, colonia in origine dei Fenicii, vaghi di siffatti luoghi, e probabilmente semplice stazione commerciale od emporio al principio, ina che divenne poi a grado a grado una città florida ed importante, t Greci però, secondo il loro costume, le assegnarono un'origine leggendaria, e derivarono il suo nome da una donna di nome Moti/a, che rannodavano alle favole intorno ad Ercole.
   In un con gli altri stabilimenti fenicii in Sicilia, essa passò, in un periodo posteriore, sotto il governo o la dipendenza di Cartagine, di che Diodoro la chiama una colonia cartaginese, ma è probabile che ciò non sia rigorosamente corretto. Col crescere in numero ed importanza delle colonie greche in Sicilia, i Fenicii abbandonarono a poco a poco i loro stabilimenti in vicinanza immediata dei nuovi vernili e concentraronsi nelle tre principali colonie di Solunto, Panormo e Motia (Tucid., vi, 2). Quest'ultima, per la sua prossimità a Cartagine, e la sua situazione opportuna por le comunicazioni coll'Africa, del pari die per la sua forte posizione naturale, divenne uno dei principali propugnacoli del Cartaginesi e insieme una delle più importanti fra le loro città commerciali nell'isola. Ei pare che essa occupasse in ambidue codesti rispetti lo stesso posto raggiunto in un periodo posteriore da Lilibeo (ora Marsala). Nonostante queste relazioni sulla sua primitiva importanza e florida condizione, il nome di Mozia è mentovato raramente nell'istoria prima del periodo del suo assedio memorabile. È mentovata primamente da Eeateo, e Tucidide (l. c.) la ricorda fra le principali colonie fenicie in Sicilia, sempre esistenti nel periodo della spedizione ateniese del 415 av. C.
   Pochi anni dopo (409 av. C.) quando l'esercito cartaginese sotto Annibale sbarcò sul promontorio di Lilibeo, questo generale raccolse per maggior sicurezza la sua squadra nel golfo intorno a Mozia, nel mentre avanzavasi col suo esercito di terra lungo la costa per assalire Seliruinte (Diod., xm, 54, 61). Dopo la caduta di Selinunte,