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Parte Quinta — Italia Insulare
In forza del suddelto trattato conchiuso dai Romani con Cerone, re di Siracusa, Acre fu compresa nei domimi di questo monarca e fu quello probabilmente il periodo della sua maggior prosperità.
Durante la seconda Guerra Punica seguì le sorti eli Siracusa ed offrì un rifugio ad lppocrate dopo la sua sconfìtta per Marcello ad Acrilla (214 av. G.). È questa l'ultima sua menzione nell'istoria e Cicerone non registra pur una volta il suo nome. Essa era probabilmente a' tempi suoi una mera dipendenza di Siracusa quantunque la si trovi nel catalogo delle stìpendiariae civitates di Plinio, per forma che doveva possedere allora separata esistenza municipale,
Oltre i prelodati barone Judica e sac. Feria Bonelli fece studi! accurati sulle rovine d'Acre il dottor Gaetano Italia incominciando dall'età della pietra e venendo giù sino al colonato dorico-siracusano, al dominio romano, al medio evo.
L'odierna Palazzolo appartenne come feudo ai Pallavicini, ai Castellar, agli Alagona e di tempo in tempo ad altri signorotti.
Uomini illustri, — In Acre fiorirono Glodio e Eumaco nelle lettere, Tolomeo nelle armi. In Palazzolo, nella magistratura e nella giurisprudenza: Nicolò Canna-rella, Alfio Romano, Matteo Catalano, Gabriele Salluzio, Giuseppe Celardi; nell'archeologia Gabriele .ludica: nelle ricerche di storia patria il cappuccino Fra Giacinto; nella medicina Nicolò, Urbano, Faustino Infantino, Mariano Giardina; nelle dottrine teologiche Carlo Bernal, Paolo Bono, Filippo Miano, Luciano Quattropani, Pasquale Lombardo, Vito Pannuzzo, i cappuccini Fra Innocenzo e Fra Sebastiano, Giuseppe Giardina, Domenico Lanza, Salvatore Catania, Girolamo Musso; nelle lettere Paolo, Corrado, Giuseppe D'Albergo, Paolo Cucinelli, Vincenzo Messina, Nicolò Zocco; nella pittura Michele Di Domenico.
Coli, elett. Siracusa — Dioc. Noto — P3 T.
Buscemi (24-78 ab.). — A 7 chilometri da Palazzolo Acreide, in bella situazione sulle pendici dì un colle a 760 metri sul livello del mare, poco lungi dalle fonti dell'Anapo e in territorio fertilissimo coperto in gran parte di rigogliosi vigneti e frutteti, Ruderi di un'antica città detti Casale.
Cenni storici. — I Saraceni che l'abitarono quando invasero la Sicilia le diedero il nome di Abisama.
Colt, elett. Siracusa — Dioc. Noto — P3 T.
Mandamento di ROSOLIMI (comprende il solo Comune di Rosolini). — Territorio in colle e in piano bagnato dal torrente Sido e di una feracità maravigliosa in olio, vino, granaglie, agrumi e frutta d'ogni fatta. Vi si coltivano anche il tabacco e il cotone. Vasti pascoli naturali e molto bestiame; aria salubre.
Rosolini (7504 ab.). — In pittoresca situazione, presso la sponda sinistra del Sido, su basso e bigio colle roccioso che domina la valle ubertosissima, con alcune case private di buona architettura, scuole elementari maschili e femminili, scuola rurale, ecc. Uva, ulivi, cereali, agrumi, frutta, ecc.
Cenni storici. — È di recente costruzione e v'ha chi crede erroneamente che sorga sul luogo dell'antica colonia siracusana di Gasmene, la quale era situata, come abbiani visto, a Scicli secondo il Cluverio, e non molto lungi da Santa Croce Camerino, secondo l'inglese sir R. Hoare (Class. Tour., u, p. 266).
Coli, elett. Noto - Dioc. Noto — P2 T. e Str. ferr.