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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   60//.
   Parte Quinta — Italia Insulare
   Alle rovine dell'antica città greca d'Acre, si sale, su per la collina soprastante alla città odierna, dalla parte orientale essendoché la cresta di essa collina si adimi dirupata a sud e a ovest. I Siracusani costruirono nel 664- av. G. questa città che proteggeva il loro dominio occidentale contro le avverse tribù dell'interno in maniera cheta non era accessibile che dalla parte orientale e questa fu da essi munita per mezzo di cave di pietra o latomie a somiglianza di Siracusa stessa, come abhiam visto.
   Dentro e fra le cave di pietra trovansi numerosi sepolcri. Procedendo all'angolo nord-est, si arriva ad un gruppo di essi sepolcri in cavità sotterranee; allato vedesi in un corridoio una tomba greca con un rilievo votivo greco rappresentante la statua d'Esculapio con dinnanzi 1111 ammalato sul letto, due persone ai lati, elmi e corazze sulle pareti; quindi una gran camera mortuaria, detta la Marciana, con pezzi di cornicione, un pilastro ornato di frontone e di acroterii e una nicchia per una statuetta di qualche deità.
   Nelle Latomie sono incavate nelle pareti delle camere sepolcrali sovrapposte sino a tre ordini per ricevere cadaveri od urne cinerarie; nei declivii che accompagnano la via restringentesi a poco a poco fra due pareti rocciose seguono serie di sepolcri, numerose camere mortuarie ed arcosolii isolati, spesso di una profondità rilevante per accogliere parecchi morti, sarcofaghi in pietra isolati, loculi scavati nel terreno ed anco sepolture di cristiani.
   A sud, un po' più al basso, sta il così detto Tempio Ferale, spazio rettangolare con molte buche funeree nelle tre pareti ed alcune iscrizioni greche. A codesto tempio tiene ancor dietro una grotta con sepolcri a parecchi ordini. Avanzi di acquidotti sotterranei attestano che l'acqua vi si conduceva da parecchi lati.
   A est trovasi il teatro, piccolo ma molto bello, ancor de' tempi greci, con piano prospetto a nord: ì dodici ordini di sedili sono tagliati da otto scale in sette interi e due semi-cunei e contenevano perciò circa 600 seggi; i gradini sono ancora ben conservati; gli avanzi della costruzione scenica appartengono al tempo romano. Se nel teatro si tira una linea dai sedili di mezzo alla metà della scena coghesi direttamente la vetta dell'Etna che spunta dietro i monti di Buscemi. A sud e accosto giace il cosidetto Odeo od Odeone (teatro musicale) a semicircolo di massi marmorei con sedili, due scale e veduta a ovest. Davanti un bacino rettangolare collegato da due androni sotterranei al teatro, probabilmente uno stabilimento balneario. Accanto, un muro, che, a cagione di un'iscrizione rinvenutavi, ricevette il nome di palazzo di Gerone (residenza di Gerone II a cui i Romani cederono la città e che vi edificò un palazzo donde il nome di Serra di Palazzo al monte e di Palazzolo .alla città). Dall'intiera alta spianata, superba veduta sulla lunga seguenza dei monti Iblei.
   A sud di Acre, sul monte Pineta, veggonsi 84 Ddieri (1) (probabilmente sepolcri del periodo sicano-sicelio) e vicino a San Giovanni su\V Acrocoro della Torre, sepolcri singolari (probabilmente fenicii) scavati nel terreno roccioso con lapidi, quelli rivolti da est a ovest per le donne e quelli da nord a sud per gli uomini; gli scheletri ben conservati avevano teste quasi a foggia di mandorla, molto depresse alle tempia, con denti molto sporgenti, epperciò non elleniche.
   (1) Gli 84 Ddieri della Pineta furon fatti conoscere primamente dal sottoscritto fin dal 1856 con lo scritto pubblicato a Messina nell'io Peloritunct. Diedi il nome di Ddieri a quei sepolcri scavati sullo alte rupi, e credevo intravvedervi la posizione accoccolata dei cadaveri. Dopo quell'epoca la scoperta del cimitero di Gostantina mi diede ragione perchè gli scheletri vi si trovarono compressi a quel modo. 11 vocabolo è del dialetto palazzolese, che così li designa. Il LunnocK ha trovato che tra i sepolcri preistorici dell'Europa settentrionale Va di scheletri si sono trovati accoccolati, Vit in posizione rettilinea orizzontale, Va indenominabili per la confusione delle ossa trovate a mucchio. Anche i sepolcri, probabilmente fenici, tra Pineta e S. Fiore ebbero per mia mano una spiegazione più conveniente. La Società di Antropologia di Parigi e l'illustre antropologo napoletano