Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sicilia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (629/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (629/721)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni del Circondario di Noto
   sia
   quale rimangono alcune traccio di antiche abitazioni. Se non è priva eli fondamento una tradizione popolare locale, è molto rispettabile per antichità sul monte Therreus una chiesa che vuoisi la prima edificata in Sicilia dai Cristiani, prima dell'invasione di i Saraceni, dedicata allora a S. Niccolò ed ora ali Immacolata ed in cui si conservano alcuni primitivi dipinti bizantini. Granaglie, frutta, olio riputato meritamente il migliore della Sicilia. Sorgente di acqua salina nel monte Lauro.
   Cenni storici. Fu detto Buchez dai Saraceni donde l'odierno nome di Buccheri. Nei tempi feudali l'ebbe in feudo il principe di Villafranca.
   Coli, elett. Ragusa Superiore — Dioc. Noto — I'2 T.
   Cassaro (1713 ab.). — A 2 chilometri da Feria, in territorio irrigato dall'Anapo. Cereali, vino, olio, legna, aranci, cacio, lana e carbone che fabbricasi nei molti boschi in vicinanza e di cui si fa grande esportazione.
   Cenni storici. — Suppone il GlUverio (Sicìl., p. 359) che Cassaro sia l'antico Caci/rum mentovato soltanto da Plinio e da Tolomeo, i quali nulla dicono della sua situazione (Plin,, ih. S, s. 14-; Tolom., ih, 4, § 14). Altri invece lo crede fondato da Alcasser siracusano, governatore della città di Pantelica. Fu feudo degli Stradella.
   Coli, cieli. Augusta Dioc. Noto — P3 ivi, T. a Feria.
   Mandamento di PACHINO (comprende il solo Comune di Pachino), - Territorio a basse colline, assai fertile di olio ma principalmente di vino. Le frutta sono considerate le migliori della Sicilia.
   Pachino (8274 ab.). — Sorge a 21 chilometri da Noto, in amena situazione presso al mare e al capo Passato o Pachino, che gli diede il nome e che già abbiam descritto. La città sta sopra un'eminenza verdeggiante che s'innalza come un tumulo immane dalla pianura, e la chiesa grande e quadrata in vetta è un oggetto cospicuo in tutta quella parte della costa sicula. Passato il Tellaro, venendo da Noto, a 14 chilometri da Pachino, inconlransi le scarse rovine dell'antica Eloro, di cui abbiamo parimenti trattato più sopra. I contadini chiamai! quel luogo Stampale (sta in pace) da una torre diroccata di questo nome. Vi sono traccie di una porta conducente al porto, fondamenti di mura e cisterne, e sepolcri scavati nella roccia. Piccolo porto in cui riparano nei tempi burrascosi le barche che esercitano la pesca nelle vicine e proficue tonnare, particolarmente la grandiosa di Marzameini. Nel verno predominano i venti sciroccali nocivi alla salute. Olio, molta ed ottima frutta, pesca, ma soprattutto vino in abbondanza di cui si fa grande esportazione in Italia e all'estero.
   Da Pachinosi possono visitare, oltre capo Passaro e le sue isolette, porto l'alo, col villaggio omonimo, Visola delle Correnti, bassa spiaggia sabbiosa, il seno dei l'anfani, la punta delle Formiche, il porto d' Ulisse e La Marza.
   Cenni storici. — Pachino fu fondato nel 1438 da Gaetano Starraba Alagona.
   Coli, elett. Noto — Dioc. Nolo — P2 T.
   Mandamento di PALAZZOLO ACREIDE (comprende 2 Comuni, pop. 13,664 ab.).— Territorio fertilissimo in cereali, vino, cacio, olio, frutta e lana, bagnato dall'Anapo.
   Palazzolo Acreìde (11,186 ab.). — Sorge in alto luogo, sotto Acremonte, ove
   stanno le rovine dell'antichissima colonia siracusana Acrae.
   2io>i e tmMtilis glitciolibits Acrae Defuerunt. Sii.. Ital., xiv, 9,6.
   La sua situazione e in fatti tanto elevata (697 in.) che nel verno vi nevica spesso copiosamente, e nella state molti Siracusani vi si recano a respirare aria fresca e salubre. Nel palazzo del barone Judica, autore dell opera Antichità di Acre ammira vasi una preziosa collezione di oggetti antichi rinvenuti negli scavi: vasi, terre-cotte, strumenti di bronzo, ferro, rame, frammenti architettonici, iscrizioni greche, ecc. venduti dopo la sua morte.
   75 — Im l'alria, voi. V.