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Parte Quinta — Italia Insulare
a nord di Megara fra questa città e In foce del Simelo, confermando così l'autorità di Tolomeo, mentre Plinio lo enumera dopo Megara, come se giacesse fra questa città e Siracusa. Il suo nome è ricordato da Silio Italico e da Glnudiano senza però alcun conno sulla sua situazione; ma l'espressione caratteristica di Virgilio in quei versi del 3° dcU'Eìteide nella traduzione del Caro:
. . . onde repente A la sassosa foce di Pantagia, Al Megarico seno, a ì bassi liti Ne trovammo di Tapso,
non lasciano dubbio che il fiume ondo parla è l'odierno Porcari, il quale scorro in un borro profondo fra roccie calcari alla foce che offre un piccolo ma sicuro porto ai bastimenti di tenue portata.
Il Porcari è un fiumicello facilmente guadabile qual lo descrive Silio Italico, ma quando gonfia per le pioggie invernali, diviene un torrente formidabile, di che Glaudiano lo definisce saxa rntantem (che mena sassi); e l'asserzione però di Servio e Vibio Sequester ch'esso derivi il nome dallo strepito cagionato dalle sue acque tumultuose è una mera finzione grammaticale (Sef.v., ad Aen., 1. c. ; Vie., Seg., p. 16).
Narra Tucidide (vi, 4) che i coloni Megaresi in Sicilia, prima di fondare Megara Iblea, stabilironsi per breve tempo in un luogo detLo Trotilo sopra il fiume Pantagia. Il luogo ora occupato dalla stazione ferroviaria di Brucali, col villaggio omonimo, sopra una lingua rocciosa che domina l'ingresso del porticello e del fiumicello, è probabilmente quello ricordato da Tucidide.
Cenni storici. — Carientirii deriva il nome da Carlo V, per ordine del quale fu costruita dal viceré. Fu poi sconquassata dal terremoto del 1G93, sì che fu d'uopo riedificarla quasi per intiero.
Coli, elett. Augusta — Dioc. Siracusa — Pa T.
Francofoiite di Sicilia (6084 ab.). — Siede a 280 metri sul livello del more, a 14 chilometri da Lenlini, con orizzonte vastissimo, limitato a nord dall'Etna, a est dal colle sulla cui estremità giace Carlentini; a sud e a ovest da colli e altipiani. Pubblico passeggio in ampio piano rettangolare, a ovest del quale sorge il grande palazzo del principe di Patagonia e dietro ad esso quattro delle dodici torri di un antichissimo castello in rovine e quindi il Duomo. Vie ampie e diritte, fontane pubbliche. Opera pia dell'ospedale per soccorrere gli ammalati poveri fondata nel 1704; monte agrario, banda civica, scuole pubbliche, società dei civili, liberale agraria ed operaia, cereali e gran copia di aranci e ulivi.
Cenni storici e Uomini illustri. — Fu feudo dei Gravina di Patagonia e diede i natali, nel secolo XVII, a F. Benedetti detto da Francofonte, insigne per vii tù e do!Irina.
Coli, elett. Augusta — Dioc. Siracusa — P2 T.
Mandamento di MELILLI (comprende il solo Comune di Melilli). — Territorio ubertoso segnatamente in grano, olio, canape, miele, ecc., tulli prodotti che superano il consumo locale e si esportano in parte. Le sue colline da cui piglia origine il Cantera, anticamente Alabo, sono ricche di piante odorifere e specialmente di timo donde il suo miele rinomato.
Melilli (C882 ab.). — Sorge in montagna, a 5 chilometri dal Ionio, dall'aulica Megara Iblea, già feudo della famiglia Moncada dei principi di Paterno. Fra i prodotti del territorio, olire al miele Ibleo, sono degne di nota le canne da zucchero di cui vi erano piantagioni quando l'America non era ancora scoperta. Varie fabbriche di panni e tele ordinarie. Opera pia per doti a ragazze povere ed orfane.
Quantunque antichissima non vi si veggono rovine nemmeno dell'evo-medio, come quella che fu distrutta quasi per intiero dal tremuoto del 1542. Per altro le