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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .Mandamenti e Comuni del Circondario di Siracusa
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   chiama campus ille Lcontinus nohilimimus oc feracissimus uberrima Siciliae jwmi caput rei frunienlariae, e soggiunge che i Romani erano usi a considerarlo quale un riparo sufficiente contro la carestia. Il tralto celebrato in tal guisa e noto anche col nome di Laestri/goìiii campi, era evidentemente la pianura che stendesi dalle falde dei colli su cui sorgeva Lintini alle sponde del Simeto e che va ora sotto il nome di Piana di Catania già da noi descritta. Non v'ha spiegazione della tradizione che pone in quel tratto fertile la dimora dei favolosi Lestrigoni.
   Ma andiamocene ora alla storia propriamente detta di Leontini.
   11 governo era oligarchico, ma, come in molte altre città siciliane, esso passò subitamente sotto il giogo di un despota di nome Panezio, il quale vuoisi fosse il primo in Sicilia. Eusebio fa risalire la sua usurpazione alla 43a Olimpiade, ossia 008 av. C. (Aiust., Poi., v, 10, 12; Euseb., Ann., n, p. 109).
   Leontini pare conservasse la sua indipendenza fin dopo il 498 av. C. in cui fu sottomesso da Ippocrate tiranno di Gela (Erod., vii, 151): dopo di che pare passasse successivamente sotto l'autorità di Gelone e di Cerone di Siracusa, posciachò noi troviamo che, nel 470 av. C., quest'ultimo despota, avendo espulso gli abitanti di Catania e di Nasso dalle loro città natie, ch'ei popolò di nuovi coloni, stabilì gli esuli a Leontini di cui divisero il possesso coi cittadini primitivi (Diod., xi, 49),
   Noi non troviamo menzione speciale di Leontini nelle rivoluzioni che tennero dietro alla morte di Gerone; ma non v'ha dubbio ch'esso ricuperò la sua indipendenza dopo l'espulsione di Trasibulo nel 460 av. G., e il periodo consecutiva fu probabilmente quello della maggiore prosperila di Leontini del pari che delle altre città calcidiche della Sicilia (Diod., xi, 72, 76).
   Ma la sua vicinanza a Siracusa divenne per essa la fonte di nuovi guai. Nel 127 av. G., i Leontinesi vennero alle prese coi loro più potenti viciiii, i Siracusani, e, mal potendo loro resistere isolati, ricorsero per aiuto non solo ai loro fratelli Calcidici, ma agli Ateniesi ben anco, i quali inviarono in loro aiuto una squadra sotto il comando di Laches e Caro cade (Tucid., ni, 86; Diod., xii, 53).
   Le operazioni della squadra ateniese sotto Ladies e i suoi successori Pitodoro ed Eurimedonie, si restrinsero però a quella parte della Sicilia che confina con lo stretto di Messina: i Leontini non ricevettero soccorso diretto da essi, ma, dopo che la guerra ebbe infierito alcuni anni, furono compresi nella pacificazione generale di Gela del 421 av. G., la quale assicurò loro per un tempo il possesso della loro indipendenza (Tucid.. tv, 58, 65).
   Ciò però non durò a lungo: i Siracusani colsero il destro dei dissidi intestini fra i Leontini, e, sposando la causa degli oligarchici, cacciarono in esilio i democratici adottando quali cittadini di Siracusa gli oligarchici e le classi ricche, la maggior parte dei quali abbandonò persino la città natia per trapiantarsi in Siracusa; ma tosto vi ritornarono ed unironsi per qualche tempo agli esuli per tener fronte alla potenza dei Siracusani. Se non che gli Ateniesi, a cui ebbero di bel nuovo ricorso per aiuto, non poterono inviare loro soccorsi efficaci; essi furono espulsi per la seconda volta nel 422 av. C. e Leontini divenne una mera dipendenza di Siracusa, quantunque conservasse sempre una certa importanza come fortezza per la sua solida situazione (Tucid., v, 4; Diod., xii, 54).
   Nel 417 av. G. i Leontinesi esiliati unironsi ai Segestani per provocare una spedizione ateniese in Sicilia e il loro ristabilimento fu uno degli scopi manifesti dell'impresa (Plot., Xic., 12; Tucid., vi, 50). Ma la male riuscita della grande spedizione che abbiamo narrato sotto Siracusa tolse loro ogni speranza; e Leontini continuò a rimanere nella sua condizione scaduta e subordinata sino al 406 av. G., quando i Siracusani permisero agli sfortunati Agrigentini, dopo la presa della loro città pei Cartaginesi, di stabilirsi a Leontini,
   71 — La Patria, voi. V.