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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   r)IO
   60//. Parte Quinta — Italia Insulare
   sua volta la squadra spaglinola. In occasione della guerra di Polonia Don Carlo di Palma, con le truppe spagnuole che avevano vinto gl'Imperiali a Bitonlo, occupò, il 27 settembre 1734, Augusta e Catania e vi stabili il governo borbonico. Nel luglio del 1798 la squadra inglese vittoriosa in Abukir e sotto il comando di Nelson, vi approdava per rivettovagliarsi.
   Nel 1848 Augusta fu di bel nuovo funestata da un treinuoto; e nel 1860 fu sgombrata dalle truppe borboniche in virtù di una capitolazione firmata il 17 ottobre.
   Coli, elett. Augusta — Dioc. Siracusa — l12 T. e Str. ferr.
   Hegara Iblea.
   A 7 chilometri da Augusta, costeggiando, sulla strada ferrata, la baia profonda formata dal promontorio Xifonio (ora Santa Croce) e dalla bassa penisola o promontorio di Tapso (via Magnisi), si arriva al luogo ove sorgeva l'antichissima città di Megara soprannominata Iblea (Ms'/apài? 'YSXoùos) per distinguerla dalla celebre città Omonima in Grecia.
   Era essa indubbiamente una colonia greca che derivava la sua origine dalla suddetta Megara nella Grecia propria, e le circostanze risguardanti la sua fondazione, sono narrate patitamente da Tucidide. 11 quale ci dice che una colonia da Megara, sotto il comando di un capo di nome Lamide, giunse in Sicilia verso il tempo che j coloni Galcidici fondavano Leontini (Lentini) e si stabilì in prima presso la foce del fiume Pantagia in un luogo detto Trotilo. DI là i nuovi coloni Megaresi trasferirono a Leontini stesso ove dimorarono per qualche tempo coi suddetti Galcidici, ma furono poi tosto espulsi da questi ed andarono a porre stanza sul promontorio o sulla penisola di Tapso presso Siracusa.
   Quinci partironsi di bel nuovo dopo la morte di Lamide, e, per suggerimento d'Iblone, capo siciliano della contrada adiacente, posero finalmente dimora in un luogo chiamato poi Megara Iblea (Tucid., vi, 4).
   Semino Ohio (271-276) segue una tradizione diversa descrivendo lo stabilimento dei Galcidici a Nasso e quello dei Megaresi ad Ibla, come contemporanei e precedenti ambedue la fondazione di Siracusa (734 av. C.). Anche Strabene (vi, p. 269) è dello stesso parere e rappresenta Megara come fondata circa il medesimo tempo di Nasso (735 av. G.) e prima di Siracusa.
   E impossibile conciliare le due asserzioni, ma quella di Tucidide è probabilmente quella che merita più fede. Al dire di lui la fondazione di Megara, si può fissare con probabilità verso il 726 av. C. Della sua storia primitiva poco sappiamo, ma ei parrebbe giungesse ad una florida condizione come quella che, 100 anni dopo la sua fondazione, invio alla sua volta una colonia all'altra estremità della Sicilia, ove essa fondò la città di Solino destinata a salire a maggior grandezza della città madre (Tugid., vi, 4).
   Nulla più si sa di Megara sino alla sua distruzione per Gelone di Siracusa il quale s'impadronì, dopo un lungo assedio, della città per capitolazione; nonostante la quale però ei fece vendere come schiavi il grosso degli abitanti, allogando i nobili e i ricchi in Siracusa (Erod., vii, 156; Tucid., vi, 4). Fra i personaggi trapiantati ili tal modo era il celebre poeta comico Epicarnio, a cui i Siracusani fecero poi scolpire una statua da Cl izia ; egli aveva ricevuto la sua educazione a Megara quantunque non ne fosse natio.
   Secondo Tucidide la presa di Megara Iblea per Gelone, avvenne 245 anni dopo la sua fondazione e puossi perciò collocare verso il 481 av. C. Certo ò che Megara non ricuperò più la sua potenza ed indipendenza. Il suo territorio fu incorporato naturalmente a quello di Siracusa e il luogo della città stessa pare rimanesse desolato