Mandamenti e Comuni del Circondario di Siracusa
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una porta segreta, diedero la città in mano ai Francesi, i quali, colti i cittadini alla sprovveduta, ne fecero orribile macello. I fuggiaschi, che eransi affollati in una barca, affondarono, e t sei traditori, presi come gli altri dai Carnefici, pagarono con la testa il fio del loro infame tradimento.
La strage fu vendicata nei famosi Vespri ìSìeìtìmni, ma gli Angioini fecero, 18 anni dopo, ritorno in Augusta con 44 galee e vi rimasero fincliò furono espulsi da Giacomo d'Aragona a dal celebre ammiraglio Ruggero di Laurk,
Nel 1326 passò alla famiglia Moncnda a cui fu ceduta da re Federico in cambio dille isole di Malta e Gozo. Nel 1327 fu assalila dal genovese Barbanairo al servizio di Roberto re di Napoli. Nel 1360 fu saccheggiata e ripresa dagli agenti di Federico 111 perchè occupata dal fazioso Manfredi Chiaromonte. Nel 1117 Alfonso il Magnanimo l'assegnò col titolo di contea a Diego Landogna. da cui passò, nel 1155, al demanio e da questo, nel 145S, al principe Ferdinando, figliuolo di te Giovanni, che due armi dopo vi soggiornò con la regina Giovanna, la quale fece edilicare il castello di Brucola sulla destra della foce del fiume Porcarìa, a 6 chilometri da Augusta verso nord. Sei anni dopo il re Giovanni e il figliuol suo cedevano Augusta di bel nuovo ai Moncnda, riserbandosi alcun regi diritti, e sullo scorcio del 1500 ì Moncada la vendevano a Giovanni Mimila. Nel 1520 vi si ricoverava 1 intiero ordine dei Gerosolimitani cacciati da Rodi da Solimano e l'annata veneta approvigionavasi nel suo porto.
Frontiera orientale della Sicilia, Augusta ebbe varie volte a soffrire le discese corsalesche delle armate turche capitanate or da Senea (luglio 1551), or da Dra-gutte (1552), ora da Piali Bascià (1500). finche don Garcia di Toledo non li ebbe debellati con una squadra poderosa costringendoli a togliere il blocco da Multa. Tornando poi vittorioso ad Augusta ed ammirandosi e l'ampia baia ed il porto fece fortificare quest'ultimo coi due forti Garzi a e Vittoria proni entovati, a cui fu poi aggiunto sotto il viceré Avalos l'altro forte del suo nome col faro.
Nel 1571 scioglieva le vele da Augusta la squadra che sconfisse gli Ottomani nella gloriosa ed eternamente memorabile battaglia di Lepanto. Nel 1588 (12 agosto) e 1594 (21- maggio) i Barbareschi tentarono due altre correrie contro di essa, ma sì l'ima come l altra furono energicamente respinte dagli abitanti.
Nel 1645 Augusta fu munita validamente di nuove fortificazioni che la resero quasi inespugnabile. Tre anni dopo vi approdarono per approvigionarsi, dei Cavalieri Gerosolimitani, i quali la chiesero al viceré don Giovanni d'Austria per dimora delle loro squadre, l'ottennero nel 1649 e vi edificarono molti stabilimenti. Nel 1675, in occasione della rivoluzione di Messina, fu presa, dopo reiterati tentativi, dai Francesi, la cui squadra, sotto il comando di Duquesne, dava, l'anno seguente, battaglia navale e vinceva, ne? paraggi d'Augusta, la squadra olandese comandata del celebre Ruyter clic, ferito mortalmente, vi moriva dopo pochi giorni Gli Spaglinoli la rioccuparono nel 1681, vi costruirono fortificazioni avanzate e rialzarono la torre d'Avalos, che era stala demolita alla loro partenza dai Francesi.
La città erasi appena riavuta dalle sciagure cagionatele dalle guerre quando l'orrendo tremuoto del 9 gennaio 1693, che scrollò tutta la Sicilia, la schiantò dalle fondamenta e la converti in uno scoglio desolato. I suoi forti col fato furono precipitati nel mare sottostante; un terzo degli abitanti rimase sepolto sotto le rovine e il porto divenne impraticabile. La città venne in seguito riedificata insieme al porto, a spese regie e con forma regolare ma non ricuperò più l'antico splendore.
Ceduta la Sicilia pel trattato d'Utrecht del 1713 a re Vittorio Amedeo, l'ammiraglio spaglinolo, marchese di Ledi, andò, con una squadra poderosa, a cacciare da Augusta i Piemontesi, i quali l'abbandonarono prima del suo arrivo e concentra-ronsi a Siracusa. L'ammiraglio inglese Bings, alleato dei Piemontesi, distrusse alla