Siracusa
esagerazione oratoria, come la più grande delle città greche e la più bella di lidie le città „ (Ciò., I mi iv, 52). I suoi pubblici edilizi avevano probabilmente poco sofferto nella prosa por Marcello ed esistevano sempre evidentemente ai tempi dell'oratore che li di ninnerà per nome. Tutti quattro i quartieri della citta, Ortigia, Acradina, 'fiche e Neapoli, orano sempre bene abitati; quantunque, per misura di precauzione, a ninno nativo di Siracusa fosse permesso dimorare in Ortigia (Ivi, v, 32).
Ma la prosperità di Siracusa pare ricevesse un colpo mortalo ai tempi di Sesto Pompeo, il quale, al dire di Strabone, le cagionò danni dai quali non pare si riavesse più mai, La sua decadenza era cosi fatta che Augusto tentò rialzarla inviandovi. noi 21 av. C., una colonia romana. Ma i nuovi coloni furono ristretti all'isola d'Ortigia od a quella parte della città adiacente immediatamente formante una porzione soltanto di Acradina e Neapoli (Stdab., vi, p, 270; Dione Cassio, lib. 7; Pu.\'., ni, S, s. 11). E in quella parte della città che rinvengonsi tu!lodi lo rovine dell'anfiteatro e degli altri edifizi di costruzione romana.
Ma, quantùnque grandemente scaduta dal suo splendore primitivo, Siracusa continuò, durante l'impero romano, ad essere una dello città più ragguardevoli della Sicilia o trovò un posto nel quarto secolo neU'Orefo Sobilium Urbium di Ausonio. La forza naturale dell'isola qual propugnacolo la rese sempre di somma importanza.
Non taceremo che l'apostolo delle genti San Paolo, giunto sopra un legno alessandrino in Siracusa, vi rimase tre giorni; e, giusta una tradizione, un discepolo di S. Pietro, S. Marcello (Marciano), fondò nell'Acradina la prima comunità cristiana.
Nel 27S dell'ora nostra Siracusa fu saccheggiata da una banda di avventurieri Franchi: nel 493 so ne impadronirono i Goti; nel 535 Belisario la ricondusse, qual capitale della Sicilia, sotto il dominio dell'impero d'Oriente; nel 663 l'imperatore Costanzo II la elesse a residenza imperiale e vi passò gli ultimi quattro anni della viziosa sua vita; e nel 669 fu saccheggiala dai Saraceni di Damasco sotto il comando di Abd-Aliah-ibn-Kais.
Quando nell'S27 il sedizioso generale bizantino Eufemio chiamò i Saraceni, Siracusa (ove gli assediali!i, sotto il comando di Asad-ibn-Farat, accampavano nelle famose Latomie) dovette sostenere un aspro e stretto blocco, da cui fu liberata da una squadra bizantina; essa si serbò fedele por 50 anni ancora all'impero d'Oriente e nell'ultimo assedio di 10 mesi per gli Arabi (87S) si mostrò degna del suo passato glorioso.
Narra il monaco Teodosio: Noi abbiamo resistito 10 mesi, combattuto di giorno e di notte, per terra, per mare e sottoterra, e nulla abbiamo lasciato d'intentato contro il nemico e le sue opere; l'erba che cresce sui tetti fu il nostro cibo; le ossa degli animali furono macinate e ridotte in farina da far pane; abbiamo persino divorato fanciulli; orribili morbi furono conseguenza della fame; facendo assegnamento sulla saldezza del castello abbiamo creduto di dovere aspettare soccorso e liberazione; quando cadde il castello tenemmo il fermo ancora per 3 settimane, e nel mentre i nostri combattenti, estenuati dal calore, tenevano consiglio fra di loro, segui improvvisamente un assalto generale susseguito dalla presa della città. Noi riparammo nella chiesa di San Salvatore col nemico alle calcagna, autorità, preti, frati, donne, fanciulli furono mietuti dalla sua spada; 1000 dei maggiorenti della città furono uccisi con sassi, bastoni, forconi, ecc. ; al generale Nicola con gl'intestini penzolanti fuori del ventre fu schiacciata la testa sopra una pietra; tutte le case grandi furono incendiate e smantellato il castello. Scritto 14 palmi sottoterra fra innumerevoli prigionieri ebrei, africani, lombardi, cristiani, pagani, bianchi e mori „.
Dopo questa distruzione, Siracusa rimase la piccola città limitata all'isola Ortigia; il generale bizantino Maniaco la liberò solo per brevissimo tempo e nel 1045 venne
70 — La Patria, voi. V.