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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Siracusa 230
   un porto discretamente sicuro nel suo lato meridionale. Il perchè esso fu scelto dagli Ateniesi per loro campo navale e stazione della loro squadra prima d'impadronirsi ilei porto grande (Tucin., vi, 97).
   Fu uno dei primi luoghi sulla costa sicula occupati dai coloni greci, i quali avvia-ronsi però speditamente a Megara (Tucid., vi, 4) e il luogo pare rimanesse poi sempre disabitato, ahi uno non vi sorse inai alcuna città. E un basso promontorio detto appropriatamente da Virgilio ì'hapsumque jaccntem (Aeu., in, CS9).
   Circa un chilometro e mezzo entro terra e direttamente opposti all'ingresso dell'istillo stanno i ruderi di un antico e vasto monumento costruito di pietre massiccie e di forma quadrangolare. La parte superstite è alta circa G in., ma era sormontata da una colonna donde l'odierno suo nome di Agwjìia. Codesto monumento vuoisi eretto da Marcello in commemorazione della presa di Siracusa; ma è una mera congettura non corroborata da alcun documento. 11 B'Orville (Sicula, p. 173) e lo Swiliburne lo reputano un monumento sepolcrale.
   5. Siracusa preistorica. — Noi siamo venuti discorrendo sinora dell'antica storica Siracusa; ma c'è dell'altro, c'è, una Siracusa preistorica che niuno sospettava e che ci fu rivelata recentemente.
   Il dottore Orsi si è dato non ha guari ad esplorare le necropoli preistoriche della provincia siracusana. La più parte delle tombe numerose scavate nella roccia sono in forma di una cameretta rotonda del diametro di un po' più di due metri e vi si entra per un vestibolo ovale od ellittico chiuso da una o due lastre di pietra. Fuori del vestibolo è una specie di trincea per dare accesso alla cameretta interna per guisa che ogni tomba si compone realmente di tre parti.
   In alcuna delle tombe più recenti però la cameretta sepolcrale è quadrata. Dentro furonvi rinvenuti molli scheletri collocati uno a fianco dell'altro, mentre altri se ne rinvennero nel vestibolo. Questi ultimi avevano accanto alla lesta accede di pietra con vasi di terra cotta, non informi, ma a fuoco aperto e dipinti con ornati simili a quelli del periodo di Micene.
   Trovaronsi in un luogo traccie di un villaggio preistorico consistente in un gran cumulo di vasi infranti (dello stile di Micene), stiumenti di pietra e ritinti. Le roccie più alte paiono tagliate artificialmente come fondazione di una fortezza preistorica che fu occupata in un periodo posteriore da costruzioni medievithe.
   Il dottor Orsi è di parere che codeste necropoli e il villaggio soprastante appartengano ai Siculi aborigeni e forse dell'epoca Micenica. In alcuni luoghi furono trovati pochi oggetti in bronzo ed alcune terraglie elleniche ottenuti dai Siculi, dai coloni greci sulla costa nel secolo VIII av. C.
   Alcune tombe primitive dirimpetto alla città di Siracusa furono spogliate ed adoperate per tumulazioni secondarie probabilmente dai coloni greci dell'isola. Credesi anche abbiami testimonianze qua e là di riti funebri fenicii.
   Tulli questi particolari sono molto importanti dacché cjueste antichissime tombe siciliane sono rimaste sinora inesplorate, tuttoché visibili alla superficie (1).
   (I) Gli scavi fatti per ordine del Governo nelle necropoli elleniche e preistoriche, nelle vicinanze di Siracusa, hanno tratto in luce molte tombe ed una grande quantità di arredi sepolcrali di varie sorta, principalmente vasellami ornati delle forme più primitive, bronzi (fra cui spade a foggia di pugnale come quella di Siicene) ed ornamenti in osso di un carattere particolare. Alcune tombe furon trovate con l'entrata (o (1 romos) chiusa da una lastra di pietra con ornati scolpiti in rilievo in uno strano stile esotico, forse fenicio. Ma la scoperta più notabile, fatta qui nella Sicilia orientale, è quella di lavori in terra e di oggetti che offrono il genuino tipo Micenico, il che prova che la cosi detta civiltà Micenica si estese anche alla Sicilia. Il prof. Orsi, direttore degli scavi, sta apparecchiando un'ampia relazione intorno a queste scoperte s-iracusane.