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Parie Quinta — Italia Insulare
ilei monti sparsi di uliveti, segna la situazione delle varie parti dell'antica città e chiude la pianura nella quale 1 esercito romano sotto Marcello piantò il campo. A destra la pianura dell'Anapo, testimone di tante grandi battaglie e la lunga strada rasente il fiume fino ai burroni dove gli Ateniesi tentarono la ritirata, ma furono arrestati dai Siracusani, i quali, avendoli prevenuti, si_ erano afforzati ai passi e vennero respinti verso la spiaggia del mare. In mezzo alle due pianure è Ortigia, l'antica Siracusa sulla sua penisola, dominando tutlo il quadro, e, terminandolo maestosamente, la piramide dell'Etna che s'innalza sino al cielo coperta sino a mezza costa di candidissima neve „.
Il forte Eurialo era un edilizio massiccio, fiancheggiato da ire larghe torri, dalle quali le sentinelle potevano percorrere con lo sguardo, come da un'alta vedetta, l'ampia pianura a destra e a sinistra, le parti più basse della ciltà di Siracusa e le vallate che sehiudevansi nell'interno del paese. Due fossati profondi scavati nella roccia circondano il forte dal lato di ponente; nel primo di esso sboccano delle gallerie, in comunicazione fra di loro, praticabili ai fanti e qualcuna anche ai cavalieri. Una di queste aperture, ch'era una strada sotterranea che passava sotto la fortezza, e s'introduceva in Ti che, per cui si potevano fare delle sortite od introdurre soccorsi senza aprire le porte, lasciava passare 4 cavalli di fronte. Dal fondo s'innalzano due piloni poderosi su cui posavano i ponti levatoi; la massa di roccia sporgente al di là pare traforala da numerose caverne ; la strada sì perde sotto oscure vòlte che si addentrano in tutte le direzioni. Dal fondo del fosso si entra in un mondo sotterraneo immensamente grandioso come nelle catacombe e nelle latomie suddescritte. A destra, a sinistra, in alto e in basso una galleria fieli dietro all'altra; tutto è tagliato nella roccia viva; tutto è illuminato dall'alto o dalle parti; tulio è ben conservato come se ieri ancora i soldati di Dionisio o di Gerone fossero stati qui. Si riconosce a che serviva ciascuna delle vòlte: qui era era una canova, làmia caserma sotterranea per cavalleria; nel sasso sono scolpiti le buche e gli anelli a cui legavansi i cavalli; ogni vòlta è designata con un numero inciso nella roccia. Alcune scale conducono ai piani soprastanti ancora coperti in parte di sfasciumi; sopra le alte finestre che soprastanno al fosso e dietro alle quali corre una lunga galleria, sono gli spaldi di dove i soldati potevano scagliare proiettili senza essere esposti a quelli dei nemici.
Un chilometro a est dal forte Eurialo giace la Latomia del Filosofo scavata da Dionisio per trarne la pietra pe' suoi grandi lavori nell'Epipoli e da lui adoperata in seguito come prigione. In codeste cave di pietra —dice Eliano — gli uomini rimasero imprigionati sì a lungo che vi si ammogliarono e vi procrearono figliuoli, i quali quando andarono in Siracusa e vi videro cavalli che tiravano i carri rimasero così sgomenti che scapparono gridando. La più bella delle latomie dell'Epi-poli era quella che pigliava nome dal poeta Filossene (il Filosofo) il quale, invece di crucciarsi di esservi stato rinchiuso da Dionisio per aver criticalo i suoi versi, vi compose il più bello de' suoi poemi 1 Ciclopi „.
Seguitando le mura antiche si arriva alla masseria di 'fargia, luogo probabile di Labdalon, ii forte costruito dagli Ateniesi quando impadronironsi d'Epipoh e che fu loro tolto in breve da Gilippo. A circa un chilometro più oltre è una porta con una scala tagliata nella roccia, detta scala della Targetia, donde un buon camminatore può seguitare le mura di Tiche sino alla scala greca e far ritorno a Siracusa per la strada di Catania.
3. Ortigia. — Ed ora che abbiamo percorso le città o i sobborghi continentali dell'antica Siracusa fermiamoci alquanto nella stessa antica città, nell'isola madre, in Ortigia ('Opvjyh, Pind., Diod., Strab. ecc.) nota più comunemente col semplice nome di Istda.