Siracusa 218
Ma tultc queste città del continente sono ora un deserto polveroso sparso di qualche rovina, trattone i moderni giardini in Acradina, i villini in Nespoli ed i sobborghi di Santa Lucia e Sant'Antonio, e solo rimane la città madre insulare di Oiligia congiunta al continente da un istmo artificiale:
SfiXtiifo pruelénln aiuti jucct insula cùntra
l'icmmyrfgtu iiudvsioii ; nomai di.tcre priorcs Orhj'jiutH. (ìiace delta Sicania al golfo avanti 1 n'isolctta che a Pleminirio ondoso I posta incontro e dagli antichi e detta Per nome Urtigia.
Vino , ful , ni, Ci'.l?, traci dr] C«mj.
La Siracusa antica occupava dall'odierna stazione fèrro viaria sino alla fortezza d'Furialo 8 chilometri a ovest e dalla medesima stazione 4 chilometri a nord. Codesto spazio immenso olire nel lato sud-est e nella sua estremità occidentale quel che più merita di essere veduto. 11 tratto in cui trovansi ii teatro Greco, la via dei Sepolcri, le Latomie più belle e le Catacombe è lungo appena 2 chilometri; il forte Eurialo giace per contro ad 1 ora e mezzo a ovest e dalla stazione si va a piedi in soli 10 minati al Teatro Greco (fig. 140). Visitiamo speditamente questo monumento memorabile dell'antica civiltà greco-sicula.
1. Dai, Teatro Greco sino ai Cappucci.ni. — Il Teatro Greco, il più bello della Sicilia secondo Diodoro, era il terzo per grandezza in tutta la Grecia (150 metri di diametro e capace di 24,000 spettatori). Fu costruì lo nel V secolo av. C. dall'architetto Democopo, ma andò soggetto a molle variazioni. La cavea di figura semicircolare è tagliala nella roccia; una larga prccinzionc bipartisce 16 sedili i quali, sorgendo gradatamente dall'orchestra alla parte più eminente del teatro, sono divisi in 9 cunei da 8 gradinate ricorrenti a guisa di raggi dal centro alla circonferenza. Gli 11 sedili inferiori meno alti degli altri e che erano incrostali di marmo secondo il Logoteta (Aut. mon. di Sirac. illustr., p. 2G7) scorgonsi divisi da un superiore per mezzo di un sedile pili alto corrispondente al dodicesimo. Intorno poi alla precin-zione corre un muretto alto 2 metri e 323 millimetri, fornito di base e ornato ili una cornice con sotto una fascia alta 172 millimetri, sulla quale in ciascuno dei cunei del teatro sono alcune iscrizioni greche del tempo di Cerone II (269-215 av. C.): Cerone, 16 passi più oltre Filidi (moglie dì Cerone), 24 più olire Nereide (nuora di Cerone) e 17 passi più oltre, in mezzo al teatro, il nome di Giove Olimpico. Della scena non rimangono che due muri paralleli ai suo piospetto e due massi riquadrati tagliati nella roccia in mezzo ai quali corre un acquedotto per ricevere l'acqua che durante la pioggia allagava la cavea.
Nel Teatro Greco si rinvennero, fra le altre cose, un satiro ad alto rilievo in marmo che formava parte di un fregio, una statua di bianco marmo, priva della testa e delle braccia, una testina anch'essa in marmo bianco, ecc. Il Teatro giace nel luogo denominato i Mulini di Calatili (1) che corrisponde al confine del lato nord di Neapoli, la quale stendevasi da sud sin quasi alla sottostante pianura. In alto dal mezzo del teatro superbo panorama di Siracusa e del Porto Grande, del Ionio, della pianura verdeggiante irrigata dall'Anapo e terminante nel promontorio Plemmirionc, La veduta al tramonto è inenarrabile.
Dietro il Teatro sta il cosidetto Ninfeo, o grotta per l'acquidotto, e in vicinanza a sinistra l'ingresso alla via dei Sepolcri tagliata nella viva roccia e con pareti
(1) Uno di questi mulini di Calermi fu costruito sull'orlo stesso della gradinata del Teatro, di che Ferdinando Borbone soleva dire scherzando: Un mulino è meglio di un gradino.