r)IO
Parte Quinta — Italia Insulare
Santa fregiata di gemme fra cui un cammeo, cospicuo pei colori e creduto un onice, in cui scorgonsi tre profili d'uomini. Serve per fonte battesimale un vaso greco a cratere con sette leoncini in bronzo sopra un plinto, il quale fu rinvenuto nelle catacombe di San Giovanni e vi si legge un'iscrizione greca che dice: Al divo Zosimo in dono codesto cratere. Fra gli arredi è un calice d'ambra prezioso per i fregi e per la maniera ond'è storiato. Nella sacrestia ammiransi tarsie fiorentine del 1489 (1).
Al lato sud del Duomo rannettesi il palazzo Arcivescovile nel cui passaggio di là della prima corte sono 14- colonne antiche di cipollino e di granito. Nelle scale è un capitello di stile corinzio con iscrizione greca.
Delle altre chiese più o meno moderne di Siracusa ci staremo paghi a dinumerare rapidamente i capi d'arte.
Nella chiesa dell'ex-monastero di Santa Lucia è un dipinto sopra tavola del Martirio della Santa, di Deodato Guinaccia, nel 1679. Nella chiesa di Montever-gine, una tela del Maddiona, allievo di Carlo Maratti, rappresentante il Martirio di SanfSustaecMo. Nella chiesa di San Benedetto, un quadro rappresentante il Santo, lavoro di Mario Mainiti, egregio pittore siracusano nato nel 1577, il quale dimorò per molto tempo in Messina, ove s'illustrò assai nell'arte, finché morì in patria nel 1640: il suo stile ha molto del Caravaggio, ma è più dolce ed armonico nelle tinte e più facile e risoluto nei contorni. Nella chiesa di San Martino, l'altare maggiore va ornato di un bellissimo dipinto sopra tavola e con fondo d'oro rappresentante la Vergine con San Martino e Santa Lucia. Nella chiesa dello Spirito Santo, sono due quadri sopra tavola, uno della Trinità con San Giacomo e San Stefano, l'altro di San Marziano, vescovo: un'Addolorata su tela ò opera di S. Ferrari e un San Gregorio papa, di Antonino de Dominicis, napoletano. Nella chiesa di San Domenico è una tela del Santo dipinta da Antonio Maddiona, valente pittore siracusano del secolo XVII, del quale sono eziandio il San Giuseppe e il San Francesco. Nella chiesa che fu dei Gesuiti ammiratisi altresì dipinti delle scuole lombarda e veneziana, rappresentanti la Cena e la Lavanda dei piedi ed una statua in marmo di Sant'Ignazio, del Marabitti. Nella chiesa dì San Filippo Neri trovasi un quadro in tela di Cristo nell'orto, del Mancinelli. Nella chiesa finalmente dei Carmelitani merita attenzione il dipinto su tavola dei Ss. Cosimo e Damiano.
Due chiese poi meritano una menzione particolare per gli avanzi di antichi monumenti che vi si osservano. Sotto la chiesa di San Filippo si vede un pozzo scavato nella roccia, nella quale è tagliata anche una scala a lumaca. Si arriva per questa scala al livello dell'acqua, che è pochi metri profonda. Presso la chiesa di San Giovanni Battista, sotto la casa di Bianca, vi ò un altro bagno ; vi si scende per 52 gradini tagliati nella roccia e sostenuti da pilastri ; vi si veggono molte cavità interne.
Il ricco Museo Archeologico Nazionale stava in addietro in piazza Minerva, nell'angolo dirimpetto al lato settentrionale del Duomo, ma era assolutamente insufficiente.
(1) Aggiungeremo qui il giudizio che dà del Duomo di Siracusa il celeberrimo Ernesto Renan, ora defunto, che lo visitò: * Quel tempie savamment restaurò vaut cette Cathédra.le bàtie dans un
tempie dorique des plus nobles proporlions.....Le mur a été fait sur la colonnade elle-méme.
L'architrave est conservóe; à certains eudroits Ics triglyplies font créneau sur l'architrave, «l'ai vu peu d'effets d'un pittoresque aussi compiei. Je me trouvai en désaccord avec des zélés archéologues dont l'admiration pour l'antiquité est parfaitement éclairée, mais peut-étre un peu exclusive. Faire voter des fonds pour batir à l'archevùque une nouvelle Cathédrale et dégager lo tempie antique était le vteu que j'entendais former ali tour de moi. ,Te ne pus le partager entiòrement. Le tempie se voit bien tei qu'il est et lo vide méme de la Cathédrale, avec ses trois nefs, fait ressortir la grati deur de l'édifice antique ».