Mandamenti e Comuni del Circondario di Castroreale /,.7il
Per questa situazione vantaggiosa Alesa crebbe rapidamente in ricchezza e prosperità e divenne una delle città più floride dell'isola. Essendo, in una occasione, i suoi aiutanti venuti fra di loro alle prese per l'elezione del Senato, C. Claudio Pulcher fu inviato, nel 95 av. C., a loro richiesta a comporre la vertenza, il che fece con soddisfazione dr tutte le parti. Ma i loro privilegi non li protessero dalle estorsioni di Yerre, che impose loro un'enorme contribuzione m grano e in danaro (Cic., Fm\, 78-75; ad Fam., xiu, 32).
La città par declinasse in seguito e fosse scesa, al tempo d'Augusto, al grado di un'ordinaria città municipale (Castell., Jnscr., p. 27): ma era sempre una delle poche città sulla costa settentrionale della Sicilia credute meritevoli di menzione da Strabone (vi, p. 272). Plinio altresì (II. A7., i;i, 8) l'annovera fra le stipendiariae, civitates della Sicilia. Fioriva ancora dopo la venuta di Cristo, e fu città vescovile; esisteva ancora quando i Mori passarono in Sicilia, c Pietro Diacono afferma che essi la distrussero.
Discordano le opinioni intorno alla situazione ili Alesa, principalmente per la discrepanza nelle distanze assegnate da Strabene, dall'Itinerario Antoniniano e dalla Tavola Peutingeriana. Alcune di esse sono indubbiamente corrotte od erronee, ma, nel tutt'insieme, non vi può esser dubbio che la sua situazione è fissata correttamente dal Oliverio e dal Castelli, principe di Torremuzza (che scrisse in latino la storia di Alesa) nel luogo segnato da un'antica chiesa, detta Santa Maria le Palale, presso la moderna città di 'l'usa, e sopra il fiume ili Pettinen. Codesto luogo coincide perfettamente con l'espressione di l'indoro (xiv, 1G) che la città era edificata sopra vna collina a circa 8 stadii dal mare del pari che con la distanza di 18 M. P. da Cephaloediuni, o Cefalu, assegnata dalla Tavola Peutingeriana.
Le rovine descritte dal Fazello come visibìli ancora ai di suoi erano quelle dì una grande città e parecchie iscrizioni furono trovate sul luogo, delle quali alcune ri ferisco lisi distintamente ad Alesa. Una di esse, la Tavola A lesina, di lunghezza ed importanza ragguardevoli, reca numerosi particolari locali intorno la divisione dei terreni, ecc. e fa reiteratamente menzione di un fiume Aleso, probabilmente l'odierno suddetto fiume di Pettineo, del pari che di una fonte Jpirra, le cui acque gonfiavansi ed agitavansi al suono della musica.
Il Fazello descrive le rovine come stendentisi dalla spiaggia, su cui vedevansi ì ruderi di un grande edilìzio (probabilmente bagni) per lo spazio di quasi 2 chilometri, al sommo di un colle sul quale erano gli avanzi di una cittadella. A circa 5 chilometri più dentro terra era una gran fonte (probabilmente la suddetta Jpirra) coi resti dell'acquedotto che portava le sue acque alla città. La traccia di tutte queste rovine è ora scomparsa, eccetto qualche frantume dell'acquedotto: ma frammenti di statue, fra cui una romana assai malconcia esistente ancora in Tusa, del pari che medaglie ed iscrizioni furono scoperte frequentemente sul luogo (Fazeij,., De Rei. Sic., ìx, 4; Cluver.. SìcìL, p. 288-290; Castelli, Hi st. Alaesae, Panorm. 1753; 1 d., Inscript. Sicul., p. 109; Biscari, Viaggio in Sicilia, p. 243).
Tusa prese parte al Vespro siciliano, e parecchi Francesi furono sepolti nella piazza che sta dinanzi al Collegio di Maria (istituto per l'educazione delle ragazze). Appartenne ni feudo ai Branciforti principi di Scordia.
Coli, elett. Mistretta — Dioc. Patti — P2 T.