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Parte Quinta — Italia Insulare
San Fratello (7953 ab.). — Sorge sopra un allo ed ameno colle, a nord-est di Mistretta, da cui dista circa 30 chilometri, e a circa 6 chilometri dal mar Tirreno di cui gode una stupenda veduta. Piccolo Ospedale fondato nel 1817. Scuole elementari maschili e femminili. Grano, olio, vino eccellente, frutta, pascoli, bestiame e cacio. Nel 1859, alle falde del monte San Fratello, a 08 metri sul mare, fu scoperta la Grotta di San Teodoro, con una quantità prodigiosa di ossa tossili, fra cui denti dell'elefante africano e della ienatigre che attestano l'antica congiunzione della Sicilia all'Africa, di cui abbiamo parlato ne\V Introduzione. Co in mi.ali ai fossili furono trovati strumenti dell'età della pietra.
Cenni storici. — Fra Tindari e Galacte (ora Caronia) sorgeva anticamente la città di A-faOunvx, Agatlnjrna, che supponcvasi derivasse il suo nome da Agatirno, figliuolo d'Eolo, il quale, dicesi, si stabilisse in codesta parte settentrionale della Sicilia (Diod., v, 8). Ma quantunque si possa inferire da ciò che era una città antica e probabilmente d'origine sicula, noi non ne troviamo menzione nell'istoria se non dopo che la Sicilia divenne una provincia romana.
Durante la seconda Guerra Punica fu il quartiere generale di una banda di ladroni e filibustieri che estesero le loro rapine e devastazioni nelle adiacenti regioni, ma furono sottomessi nel 210 av. G. dal console Levino che ne trasportò 4000 a Reggio di Calabria (Livio, xxvi, 40, ecc.). In questa occasione essa fu privata molto probabilmente dei diritti municipali concessi alla più parte delle città siciliane, il che può spiegare il non trovarne noi notizia in Cicerone, quantunque essa sia mentovata da Strabene fra le poche città esistenti sempre sulla costa settentrionale della Sicilia, del pari che in seguito da Plinio, Tolomeo e dagli Itinerari.
La sua situazione fu molto contrastata a cagione della grande discrepanza fra le citate autorità. Strabone la pone a 30 miglia romane da Tindari e ad altrettanto da Alesa. L'Itinerario Antoniniano le assegna 28 M. P. da Tindari e 20 da Galacte (Caronia), mentre la Tabula Peulingeriana (che sembra meritare maggior fede per questa parte della Sicilia) reca 29 da Tindari e 12 soltanto da Galacte.
Se si accetta quest'ultima misura come corretta coinciderebbe esattamente con la distanza da Caronia (o Galacte) ad un luogo presso la costa detto Acque dolci sotto San Filadelfo, ora nelle mappe recenti San Fratello, di cui stiamo trattando, e a circa 3 chilometri ovest da Sant'Agata di Militello dove il Fazello descrive, come esistenti ai suoi tempi, rovine grandiose, ma ch'egli reputa, col Oliverio, avanzi di Alunzio. Quest'ultima città si può con assai maggiore probabilità collocare, come vedremo, a San Marco d'Alunzio in circondario di Patti ; e le rovine presso San Fratello sarebbero per tal modo quelle di Agatirna, non essendovi altra città, per quel che si sappia, di tal grandezza in codesta parte della Sicilia.
Rimangono però due obbiezioni: 1 che la distanza da questo luogo a Tindari è maggiore di quella data da qualsivoglia delle suddette autorità, non essendo certamente inferiore a 58 chilometri; 2 che tanto Plinio quanto Tolomeo, dall'ordine della loro enumerazione, pare pongano Agatirna fra Alunzio e Tindari, epperciò, se la prima di codeste città è fissata correttamente a San Marco d'Alunzio, bisogna cercare Agatirna a est di questa città. Il Fazello la pone conseguentemente a capo Orlando, ma ammette che a mala pena aveavi qualche visibile vestigio.
La questione è malagevole a definire, essendo impossibile conciliare i dati di tutti gli autori precitati, ma pare prevalgano al postutto gli argomenti in favore delle Acque dolci sotto San Filadelfo, vale a dire di San Fratello. Sfortunatamente le rovine non furono qui esaminate da alcun moderno archeologo e sono probabilmente scomparse. Il capitano inglese Sniyth parla però degli avanzi di un bel ponte romano visibile alla Fiumara di Uosa Marina fra questo luogo e San Marco d'Alunzio (Fazell., ix, 4, p. 384; 5, p. 391; Cmjver., Sicil., p. 295; Smytii's, Sicily, p. 97).