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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   4.6(3
   Parte Quinta — Italia Insulare
   Aggiungeremo qui clie Muifarparo^ Mytistratus era una città nell'interno della Sicilia, la cui situazione è affatto incerta. Non era probabilmente che una piccola città, quantunque validamente fortificata, di che Filisto (Ap. Stepb, 15., s. v.) la chiamò una fortezza eli Sicilia. È mentovata cospicuamente nella prima Guerra Punica quando era in potere ai Cartaginesi e fu assediata dai Romani per qualche tempo, ma senza successo, a cagione della sua niunitissima posizione, finche fu presa da ultimo, nel 258 av. C., dal console A. Attilio Colatino. Gli abitanti furono
   0 posti a fiI di spada o venduti come schiavi e la città fu distrutta intieramente (Pol., i, 24; Diod., xxm, 9; Zonar., vm). Fu però riabitata in un periodo posteriore giacché noi troviamo i Mutustratini registrati da Plinio (in, 8, s. 14) fra gli abitanti delle citlà municipali dell'interno della Sicilia. Ma non ve n'ha notizia nell'intervallo, e, come dicemmo più sopra, il Cluverio e molti geografi moderni vorrebbero perciò identificare Mitistrato con Amestrato (ora Mistretta) il che ha manco, per fermo, di ragioni sufficienti, per essere i due nomi perfettamente ben attestati.
   Mistretta ebbe non pochi privilegi nel 1082, 1151, 1392 e 1405 che vengono gelosamente custoditi nell'Archivio comunale e, prima e nella maggior parte, dal gran conte Ruggero, da papa Eugenio 111 e dal re Martino, e quindi dai re Alfonso e Ferdinando. Quando i re davano le città in guiderdone ai monasteri, ai signori ed ai favoriti, Mistretta fu concessa dal conte Ruggero al monastero della Trinità di Milazzo e, nel 1100, a Matteo Bonello da Guglielmo il Malo e fu allora che il Ronello ne fece il centro della cospirazione contro quel tristo monarca e vi si ricoverò dopo l'uccisione di Majone. Fu poi donata dagli Svevi a Corrado e Federico II d'Antiochia, il quale ne fu spogliato per fellonia dal re Pietro ; l'ebbero poi Blasco di Alagona e il costui figliuolo Artale. Nel 1365 fu donata dal re Ferdinando a Manfredo Chiaramente, e l'ebbe pure Ugone Balbo, e, nel 1396, Giovanni Campolo dal re Martino I. Passò quindi successivamente sotto il dominio di Francesco Vincibolla, Sante Ruiz e Giovanni Castigliano, finché fu restituita al R. Demanio,
   Ma, quantunque sottratta al vassallaggio feudale, Mistretta fu da Filippo IV di Spagna, per i bisogni delle guerre in Italia, venduta, nel 1632, a un tal Gregorio Castelli, conte di Gagliano, per la somma di 80,000 scudi; i cittadini fecero allora
   1 maggiori sforzi patriottici per ricomprarsi, il che avvenne nel 1633 ed è memorabile il detto di certo dottor Giuseppe Valenti, il quale, nella votazione in Consiglio di un prestito pel riscatto della città, esclamò : Bisogna procurare il prestito a qualunque patto perchè deesi stimare la libertà come la propria salute! „.
   Nella rivoluzione del 1860 Mistretta fu, dopo Palermo, la prima che insorse e che inalberò la bandiera nazionale allestita clandestinamente e piantata in Castello la sera dell'8-9 aprile ; quindi addì 8 maggio fu costituito il comitato rivoluzionario.
   Uomini illustri. — Ebbero i natali in Mistretta, nel secolo XVII, Giuseppe Gan-guzza, morto nel 1660, e l'oratore domenicano e poeta Tommaso A versa, morto nel 1663. Vi nacquero eziandio, in tempi a noi più vicini, il cappuccino Mariano Lo Monaco, i cui numerosi manoscritti conservansi nella libreria degli ex-frati; il sacerdote Giuseppe Salarnone di Placido le cui poesie, lodevoli per spontaneità metrica e purezza di dettato sono tuttora inedite nonostante la ricchezza della famiglia. Scrisse parecchie tragedie e fu autore di una pregiata traduzione in ottave siciliane dell'jEneide di Virgilio. Fu implicato nella Carboneria del 1820, profugo e ramingo per due anni, indi compreso nel celebre processo politico del 1822. Nacque il 20 agosto 1788 e morì il 22 novembre 1845.
   Coli, elett. Mistretta — Dioc. Patti — P2 T.
   Gapizzi (4471 ab.). — Giace sul pendìo meridionale dei monti di Caronia, in clima salubre, a 16 chilometri da Mistretta e a circa 25 dal Tirreno, con in vetta