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Parte Quinta — Italia Insulare
Sant'Agata, che domina la città e da cui si gode del panorama ridente delle verdeggianti limitrofe colline, Nell'estate, vetture regolari con Messina pel servizio dei bagni In vicinanza il fiume Longano, celebre per la vittoria di Gerone sui Mamer-tini nel 200 av. G., vittoria che alcuni vogliono conseguita sul Fiume di Santa Lucia a sud-ovest di Milazzo, ed altri, come il Cluverio (Sic., pag. 303), sul Fiume dì Castro-reale più discosto da questa città. Palazzo civico, casino, ginnasio, scuola tecnica, banche, tipografie, opere pie, ospedali, ecc. Cereali, vino, gelsi, cotone, agrumi, ulive Coltura dei bachi da seta.
Cenni storici. — Gli abitanti di questa città si distinsero molto per patriottismo nella insurrezione del 1S60, finita coll'unione al regno d'Italia, Dopo la presa di Palermo per parte di Garibaldi, moltissime famiglie messinesi, ricordando i gravi danni sofferti dalla loro città nel bombardamento del 1819, sì ritirarono a Barcellona, che divenne allora il centro dell'insurrezione nel nord-est dell'isola, come fu considerata poi il capoluogo e centro di tutta la provincia, finche Messina rimase occupata dalle truppe borboniche. 11 5 luglio 1800 giungeva, come abbiamo narrato nella Battaglia di Milazzo, con pochi Volontari, in Barcellona il generale Medici, assumendovi il governo civile e militare della provincia di Messina ed emanando da qui due proclami, l'uno ai Messinesi, l'altro ai soldati Napoletani. Cure veramente fraterne furono qui prodigate ai Volontari feriti nelle giornate del 17, 1S e 20 luglio.
Colt, elett, Castroreale — Dioc. Messina — P2 T. e Str. ferr.
Meri (1433 ab.). — Villaggio a 4 chilometri da Barcellona e a 4 dal Tirreno, in terreno fertilissimo lievemente inclinato, con in alto un palazzo baronale. Olivi, gelsi, agrumi, industria serica.
Cenni storici. — Fu fondato verso la metà del secolo XVI da Vincenzo Rizzo e divenne in seguito feudo, con titolo baronale, della famiglia Albata dei principi di Villafranca.
Coli, elett. Castroreale — Dioc. Messina — P2 T. a Barcellona Pozzo di Gotto.
Mandamento di FRANCA VILLA DI SICILIA (comprende 6 Comuni, popolazione 11,272 ab.). — Territorio copiosissimo di ulivi, viti, cereali, legumi, agl'inni, gelsi e pascoli. La pastorizia e la bachicoltura sono le industrio principali degli abitanti. Indizii di miniere di rame, di piombo e di antimonio non coltivate.
Franeavilla di Sicilia (4369 ab.). Siede sopra un colle, a 30 chilometri da Castroreale e a circa 18 dal Jonio, sopra un poggio alle radici dell'Etna, plesso la sinistra del fiume Alcantara, e non lungi dal monte Tre Fonta.ne (1374 m ). L'altura del paese è occupata da una rupe con una fortezza famosa al tempo degli Angioini. Gode fama di porgere una delle più stupende vedute dell'Etna. Il miglior punto di vista è dai giardini dell'ex-convento dei Cappuccini nel lato sinistro o settentrionale della valle, situato fra due rupi pittoresche e circondato di boschi. Scuole elementari ed antico collegio per l'educazione delle fanciulle. Manifatture di lino, cotone e seta. Vino, agrumi, legumi, gelsi, pascoli e bestiame. Sorgente ferruginosa e solfurea.
Cenni storici. — Codesto borgo d'origine normanna vuoisi derivasse il nome di Franeavilla dall'essere stato esentato dal conte Ruggero dal pagamento delle tasse. Come Castiglione, fu un feudo di Ruggero di Lauria, il grande ammiraglio Catalano, il quale lo perdè quando si ribellò a Federico II. Divenne poi celebre per la compiuta sconfitta degli Spagnuoli da parte degli Imperiali durante la guerra di Successione al principio del secolo scorso (1719).
Uomini illustri. — Diede i natali a Giuseppe Pittalà, fondatore di una scuoia pittorica nel secolo XVII, e a Michele Caracocio, valente giureconsulto, autore di opere lodate.
Coli, elett. Franeavilla di Sicilia — Dioc. Messina — P3 T,