Castroreale
471
11 terremoto del 1783 fece molto danno a Gastroreale distruggendone un intiero quartiere.
Ferdinando 1, nel 1806, dette al senato il titolo d'Illustrissimo, e accordo alla città il Mero e Misto Impero. Fra i molti privilegi di cui godeva, ebbe quello di capo Coniami, finché nel 1813 venne prescelto dal Parlamento a capoluogo di distretto, oggi circondario, onore invano ambito da Milazzo e Taormina. In ogni tempo Castro-reale è stato devoto e fedele ai sovrani e non gliene sono mancate le ricompense. Anche nel 181-8, dopo la resa di Messina al Borbone, Caslroreale fu sede di provincia, e ospitò amorevolmente e premurosamente i fuggitivi Messinesi e le autorità che l'abitarono per ragione d'ufficio. Per la Casa Savoia lia poi avuto un culto speciale e nell'archivio del Palazzo di Città si conservano due lettere di Vittorio Emanuele: una del 22 aprile 1868, con la quale il Ile partecipa il matrimonio della Principessa Margherita col Principe Umberto ; l'altra del 12 novembre 1869, conia quale annunzia la nascita del Principe di Napoli e termina con queste parole: Le indubitate prove d'interesse che Ci avete dato, anche di recente, per lutto cièche riguarda la Nostra famiglia Ci porgono una sincera fiducia che sarete per prendere viva parte a questo fausto avvenimento „,
Uomini illustri. — Per tacere del rinomatissimo Epicarmo Crastino e della famosa Laide, che vuoisi abbiano avuto i natali in Castroreale, vi nacquero San Leone II, Sommo Pontefice, al quale fu eretta una chiesa, da poco tempo atterrata per la costruzione d'una strada; S. Venera de Vinellis, la quale, per serbare il celibato, ricusò di sposare un Saraceno e ciò fu causa della sua uccisione, avvenuta il 26 giugno del 928; i fratelli Antonio e Pietro Arcangelo detti i Longobardi, che furono due dei dodici primi compagni di S. Francesco da Paola, quando questi stava fondando l'Ordine dei Minimi. 11 primo menò santa vita e si spense di morte naturale, l'altro perì per mano degli eretici, sostenendo la religione cristiana.
Sono degni inoltre dì memoria ai posteri, fra i molti illustri dei tempi meno remoti, i seguenti uomini insigni nell'ordine ecclesiastico : Leonzio Bevilacqua, abate basiliano, cappellano di Alfonso I; Francesco Stylo, dell'ordine dei predicatori, vescovo di Lipari; Francesco Del Maestro, vescovo d'Ippona; Leonardo Alberto, abate di S. Lucia, di Milazzo e Regio cappellano; Ottaviano Preconio, predicatore, consultore e confessore di Carlo V, vescovo di Monopoli, di Adriano, di Gefalù ed arcivescovo di Palermo ; Francesco Maria Del Pozzo, dei baroni del feudo di Gurafi, celeberrimo maestro in teologia, vescovo di Girgenti; Ottavio Lapi Preconio, nipote del prelodato Preconio, abate di San Michele di Troina e vescovo di Cefalu; Ottaviano Basilico