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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   4.6(3
   Parte Quinta — Italia Insulare
   dire rie! 735 av. G., da un corpo di coloni di Calcide nell'Eubea col quale era commisto, secondo Eforo (ap. Strab,, vi, p. 267), un certo numero di Jonii. Lo stesso scrittore afferma che Teocle, o Tucle, duce della colonia e fondatore di Nasso, era ateniese di nascita ; ma Tucidide (vi, 3) non ne fa motto e descrive la città quale una colonia meramente Calcidica e par certo che in tempi posteriori fu considerata come tale.
   La memoria di Nasso, come primo fra tutti gl stabilimenti greci in Sicilia, fu conservata dall'erezione, fuori della città, di un altare ad Apollo Archegete, il divino patrono sotto la cui autorità la colonia aveva sciolto le vele dalla Grecia; ed era usanza (conservata anche dopo la distruzione della stessa Nasso) che tutti i Teori od inviati in missioni sacre in Grecia o reduci dalla Grecia in Sicilia offrissero sacrifizi su codesto altare (Ttoid,, l. c.; Appian., B. C., v, 109), È singolare che niuno dei precitati scrittori alluda all'origine del nome di Nasso; ma è fuor di dubbio ch'esso derivò, come osserva Ellanico (ap. Sleph. Biz.), dalla presenza, fra i fondatori primitivi, di un corpo di coloni dell'isola di questo nome in Grecia.
   La nuova colonia dovette essere tostamente ingrossata da nuovi immigranti greci, posciachè, in capo a soli sei anni dal loro arrivo, i Calcidesi a Nasso furono in grado d'inviare eglino stessi una nuova colonia a fondare, nel 730 av. C., la città di Leontini (ora Leni ini), fondazione a cui terme tosto dietro quella di Catania. Teocle divenne Y Cechista, o il fondatore riconosciuto della prima, ed Euarco, probabilmente un cittadino calcldico, della seconda (Tucud., I. c.\ Strab., vi, p. 268).
   Strabone e Scimno Chio (283-286) rappresentano ambedue anche Zancle (Messina) quale una colonia di Nasso, ma non se ne trova motto in Tucidide. Essendo però Zancle certamente una colonia calcidica, è probabile che alcuni coloni di Nasso raggiungessero colà i loro compatriotti.
   Anche Gallipoli, o Gallipoli, città di luogo incerto e che scomparve di buon'ora, era una colonia di Nasso. Ma, nonostante codeste prove della sua prosperità primaticcia, poco sappiamo dell'istoria primitiva di Nasso e i primi fatti trasmessici intorno ad essa riferisconsi a disastri che la colpirono
   Per tal modo, narra Erodoto (vii, 154) che Nasso fu una delle città assediate e prese da Ippoc.rate, despota di Gela, verso il 498-491 av. G.; e le sue espressioni ci indurrebbero ad inferire che essa fu ridotta da lui sotto permanente soggezione.
   Pare passasse poi sotto l'autorità di Gelone dì Siracusa e di suo fratello Gerone, dacché la troviamo nel 476 av. G. sottomessa a quest'ultimo che, per rafforzare la propria potenza, rimosse gli abitanti di Nasso, nell'istesso tempo che quelli di Catania, per istabilnii insieme a Leontini e ripopolò le due città deserte con nuovi coloni da altre partì (Diod., xi, 49).
   Il nome di Nasso non è specificatamente mentovato durante i rivolgimenti che seguirono in Sicilia dopo la morte di Gerone; ma non par dubbio che la città fu restituita agli antichi cittadini calcidici nelP istesso tempo ch'essi furono reintegrati in Catania nel 461 av. G.; e quindi noi troviamo, durante il periodo successivo, le tre città calcidiche, Nasso, Leontini e Catania, avvinte generalmente da legami di amicizia e in stretta alleanza contro Siracusa e le altre città doriche della Sicilia.
   Per tal modo, nel 427 av. G., quando i Leontini erano incalzati dai loro vicini di Siracusa, i fratelli calcidici prestarono loro tutta l'assistenza possibile; e quando